Inizierà questo pomeriggio, con l'accoglienza dell'ispettore Iucn proveniente dalla Gran Bretagna ma di origine danese e del team di specialisti che lo accompagna, la due giorni ispettiva che vedrà protagonista la faggeta vetusta di Pollinello, candidata a diventare patrimonio mondiale naturale dell'umanità Unesco. Sita nel cuore del parco nazionale del Pollino nel territorio comunale di Castrovillari è stata candidata lo scorso anno nell’ambito del processo di estensione del sito Unesco delle faggete vetuste italiane ed europee.

Alberi monumentali

Ha delle caratteristiche uniche, con i faggi più vecchi d’Europa aventi circa 650 anni, in un contesto territoriale molto singolare, tra le cime del Pollino e del Dolcedorme, di fianco ai secolari esemplari di Pino Loricato. Già nel luglio 2017 la Faggeta vetusta di Cozzo Ferriero, in agro del Comune di Rotonda era stata proclamata patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco all’interno del sito europeo transnazionale “Ancient and Primeval Beech Forests of the Carpathians and Other Regions of Europe” insieme ad altre faggete italiane del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, del Gargano e delle Foreste Casentinesi.

A seguito di questo riconoscimento, dietro richiesta della Svizzera, è nata l’esigenza di aggiungere altre Faggete vetuste al sito transnazionale esistente. Così il parco nazionale del Pollino, insieme al Gargano e all’Aspromonte hanno candidato altri tre siti.

Michele e Norman, i più vecchi d'Europa

In particolare, il Parco del Pollino, dopo una serie di studi condotti dal professore Piovesan dell’Università di Viterbo nella faggeta del Pollinello, che ha portato all’individuazione di due faggi denominati Michele (in onore del famoso botanico napoletano Michele Tenore che fu tra i primi a studiare il nostro parco) e Norman (in onore dello scrittore Norman Douglas che visitò il nostro parco) aventi un’età di 620 anni circa e quindi considerati i Faggi più vecchi d’Europa, ha pensato di partecipare a questo nuovo processo di candidatura.

La faggeta del Pollinello ha già superato il primo screening di ammissibilità effettuato durante il Workshop “Beech Forests Joint Natural Heritage of Europe” svoltosi a Vienna il 14 gennaio 2020, essendo stati inclusi nel dossier di candidatura presentato all’Unesco. Per l’Italia, tale estensione per la regione biogeografica appenninica meridionale riguarda i seguenti siti: Pollinello nel Parco Nazionale del Pollino, Foresta Umbra nel Parco Nazionale del Gargano, Valle Infernale nel Parco Nazionale dell’Aspromonte.

La strada verso il riconoscimento Unesco

Da oggi la visita ispettiva guidata dall'ispettore Iucn, Jan Woollhead di origine danese, accompagnato da uno staff tecnico-scientifico composto dall'esperto austriaco Anna Kovarovics, che ha costruito il dossier europeo, due esponenti del Ministero dell’Ambiente, due professori dell’Università della Tuscia, funzionari del Parco Nazionale d’Abruzzo (capofila del progetto in Italia) servirà ad illustrare le peculiarità e le motivazioni che supportano la candidatura dei siti ubicati nei tre Parchi Nazionali su menzionati. Dopo le visite sul campo nella faggeta di Pollinello il team Unesco incontrerà le istituzioni, gli stakeholder del territorio.

La soddisfazione di Pappaterra 

«Come gli esperti sanno la catena appenninica è tra le più ricche d'Europa di faggete e non è un caso se per il 2020 le candidature italiane riguardano oltre alle nostra Faggeta del Pollinello, la Foresta Umbra nel parco nazionale del Gargano e la Faggeta nella Valle Infernale del Parco nazionale dell'Aspromonte - ha spiegato il presidente del parco nazionale del Pollino, Domenico Pappatterra - È inutile ribadire la nostra soddisfazione per questo importante momento che vivremo come parco e confidiamo fiduciosi sul fatto di poter annoverare tra i tanti prestigiosi riconoscimenti finora conseguiti (Geoparco UNESCO, Faggete Vetuste Cozzo Ferriero e Carta europea per il turismo sostenibile) anche la faggeta vetusta del Pollinello».