Sono esperti che da 13 anni operano come volontari, garantendo un pronto soccorso h24. L'associazione è nata grazie a due biologhe, si tratta dell'unico presidio in regione per specie particolari come cetacei e squali
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A due passi da Catanzaro, esattamente a Montepaone Lido, è attivo un Centro recupero tartarughe marine e altri animali marini. Si trova all’interno del Museo della pesca e del mare (Mu.Pe.M ). Nel centro operano dei veri e propri angeli del mare. Sono esperti, professionisti, che operano in regime di puro volontariato. Garantendo una sorta di pronto soccorso H24 per gli animali marini spiaggiati. Nei casi più difficili su animali particolarmente delicati, è l’unico centro attivo in Calabria.
La gestione delle esposizioni museali, le attività didattiche e la gestione del Centro recupero tartarughe marine e altri animali marini sono affidate all’associazione M.A.R.E. (Marine animal rescue effort) Calabria, che opera come referente scientifico del Mu.Pe.M, considerato il proprio ruolo nella Rete regionale spiaggiamento animali marini calabresi e nel panorama scientifico nazionale.
Ne parliamo con Stefania Giglio, biologa marina, laureata in Biologia presso l'Università di Perugia e specializzata a Bari in Biochimica marina e biotecnologie applicate alla pesca e all'acquacoltura con il massimo dei voti. Stefania ha un curriculum lunghissimo, ma citiamo solo che è operatore scientifico dal 2011 della Rete di sorveglianza diagnostica a tutela della salute e del benessere degli animali spiaggiati lungo le coste calabresi, che abbiamo trovato sul posto.
È l’anima del centro, combattiva e instancabile. Con lei scopriamo che «la gestione del Centro recupero tartarughe marine e altri animali marini è affidata all’associazione M.A.R.E. Calabria. L’associazione è nata, nell'ottobre 2017, grazie alla caparbietà di due biologhe calabresi, che dal 2011 svolgono a titolo volontario attività di supporto alla Rete nazionale ed agli enti sanitari regionali per il soccorso di cetacei, squali e tartarughe marine in difficoltà, in tutta la regione Calabria».
Immaginiamo che per un’attività del genere sia necessaria la passione ma soprattutto professionalità e competenza.
«L’associazione è composta da professionisti formati e specializzati nel soccorso di questi splendidi animali, che operano da circa 13 anni a titolo unicamente volontario, garantendo il servizio sul campo per gli animali marini spiaggiati e in difficoltà e per quelli non immediatamente rilasciabili, bisognosi di interventi chirurgici e terapie, nel centro di soccorso e recupero delle tartarughe marine e degli animali marini protetti».
Questo impegno, così duro ma esaltante, lo si può svolgere solo se fortemente motivati.
«Qui operano tra i maggiori studiosi dei mari calabresi, che consentono la raccolta di un’enorme mole di campioni e di dati, analizzati ed elaborati, avviando innumerevoli ricerche da parte di diverse università ed enti di ricerca su tutto il territorio nazionale».
Il supporto scientifico al Museo della pesca e del mare è fornito da un team di professionisti.
«Sì, sono loro che operano come volontari nell’associazione M.A.R.E. Calabria e nelle CRTAM Centro recupero tartarughe marine e altri animali marini. Il supporto scientifico al Museo della pesca del mare è fornito da un team di professionisti che operano come volontari nell’associazione M.A.R.E. Calabria e nel centro recupero tartarughe marine e altri animali marini».
Ma c’è ancora di più.
«I professionisti volontari che operano nel Centro sono autorizzati dalla Regione Calabria a intervenire sugli animali spiaggiati (cetacei, squali e tartarughe vivi e deceduti) e risultano inseriti nell’elenco del personale qualificato e altamente specializzato della rete di sorveglianza diagnostica a tutela della salute e del benessere degli animali spiaggiati lungo le coste calabresi già dal 2011 (DPGR n. 104/2013 e successive modifiche e integrazioni apportate dal DCA n. 130/2016)».
Trattasi sempre e comunque di personale qualificato.
«Sì, personale qualificato nella Rete di sorveglianza diagnostica a tutela della salute e del benessere degli animali spiaggiati lungo le coste calabresi (DCA n.130 del 01 dicembre 2016) e personale afferente all'associazione M.A.R.E. Calabria, autorizzato in deroga al DPR 357/97, ad intervenire per attività di recupero, trasporto, detenzione e manipolazione ai fini sanitari/riabilitativi di tartarughe marine rinvenute in difficoltà lungo le coste calabresi dal Ministero dell'Ambiente e per la Tutela del mare (MATTM)».
L’associazione gestisce un centro di soccorso e recupero delle tartarughe marine e degli animali marini protetti ubicato in Montepaone Lido. Si opera anche in modo esclusivo per alcuni ambiti.
«Esattamente. Attualmente è l’unico presidio calabrese per il soccorso di animali molto esigenti e particolari come cetacei e squali ed è il primo centro recupero in Italia per i cavallucci di mare. Sono inoltre gli unici autorizzati dalla Rete nazionale spiaggiamento cetacei a intervenire su cetacei in difficoltà in Calabria. Ad oggi si contano più di 800 interventi certificati per la Regione Calabria».
Ci troviamo davanti ad un gruppo di volontari guidato da una grande passione per gli animali, per il mare, per l’ambiente.
«Siamo un gruppo misto di professionisti, veterinari, biologi marini, geologi e personale specializzato in educazione ambientale che senza alcuna sovvenzione mantengono a proprie spese il centro recupero. Provvediamo con le sole nostre risorse ad affrontare tutte le spese relative, affitto, utenze, manutenzioni ordinarie, cibo animali, medicinali, interventi chirurgici e analisi, carburante per soccorsi e liberazioni, dispositivi di protezione individuale ecc.».
Immagino si tratti di costi molto alti.
«Garantisco che la somma di queste spese è assolutamente significativa trattandosi di svariate migliaia di euro annui. Siamo il centro recupero animali marini più attivo della Calabria ma l’unico a non ricevere alcun contributo pubblico».
Sappiamo di risposte a richieste di intervento anche in piena notte!
«Il Centro garantisce h24 il supporto alle attività della Rete spiaggiamento, coordinate dalle Asp regionali e dall’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno, occupandosi di intervenire sul luogo dell’evento di spiaggiamento per il primo soccorso, la stabilizzazione dell’animale e la sua custodia temporanea ai fini della successiva reimmissione in mare. Capita spesso di partire di notte per i soccorsi, chiamati dai Servizi veterinari e dalle Capitanerie per interventi su animali spiaggiati vivi».
Un lavoro lungo e interminabile.
«Pochi giorni dopo essere rientrati alle 22 per un intervento su un delfino vivo nel Porto di Vibo, cominciato alla 17, a mezzanotte siamo ripartiti per Cetraro per recuperare una tartaruga molto grande ferita, e siamo rientrati la mattina alle sei. Negli ultimi 6 giorni abbiamo avuto 5 soccorsi ed annesse chirurgie».
E vengono fatti interventi particolarmente delicati, difficili.
«Gli interventi più difficili sono con i cetacei in difficoltà, specialmente con i piccoli che per cause gravi hanno perso la mamma. Rimaniamo anche cinque ore in acqua a nuotare con i cuccioli prima di poterli soccorrere. Oggi il Centro grazie ad un progetto finanziato dalla Regione Calabria e realizzato in collaborazione con l’Università di Padova e la Rete nazionale spiaggiamento si è dotato di una rete a modulo galleggiante, un innovativo prototipo (per la prima volta realizzato in Italia) studiato proprio per i casi di soccorso più difficili, che consente di trattenere gli animali in mare ma in un ambiente confinato e protetto, per poter prestare più agevolmente le cure necessarie per un tempo prolungato».
In questo centro si lavora con grande passione, da un gruppo che opera con grande competenza. Ma può succedere che qualcosa non vada per il verso giusto.
«In Calabria nel 2014 è stata effettuata la prima operazione chirurgica alla coda di un delfino da un’equipe costituita da veterinari dall’Università di medicina veterinaria di Padova insieme con altri inviati dal Ministero dell’Ambiente. Si è trattato del primo caso in Italia di operazione chirurgica su un cetaceo. L’operazione era perfettamente riuscita, ma il delfino purtroppo non ce l’ha fatta a causa di complicazioni respiratorie dovute a un’infezione che già lo aveva aggredito. Ci eravamo già attrezzati per trasferire l’animale per la riabilitazione nelle note “vasche di Cassiodoro” che si trovano a pochi minuti dal centro di Montepaone».
Ovviamente la voglia di fare non è venuta mai meno.
«Questo episodio, nonostante l’epilogo sfortunato, ci ha dato l’impulso per continuare in modo ancora più determinato la nostra azione e ci ha ispirato l’idea del prototipo della rete a modulo galleggiante».
Il Centro svolge anche una funzione educativa per i bambini.
«Sin dall’apertura del Centro recupero e del Museo della pesca e del mare, quella di educazione ambientale è stata un’attività centrale dell’associazione. Siamo soliti ospitare numerosi allievi di molte scuole calabresi di tutte le età, dai più piccoli ai più grandi, ovvero recarci nelle scuole per tenere direttamente negli istituti delle lezioni volte alla promozione della tutela della biodiversità marina. Forniamo anche supporto alle scuole che vogliano partecipare a concorsi, bandi, avvisi su progetti incentrati sulla tutela della biodiversità».
Avete interessato anche studenti universitari.
«Sì. Abbiamo anche ospitato allievi universitari, neo laureati o laureandi, per attività di stage e redazione tesi sul soccorso e recupero degli animali marini, ricerche sulla tutela della biodiversità marina e per attività di gestione museale».
Sembra stia cambiando la sensibilità delle persone verso l’ambiente e gli animali.
«Sicuramente una particolare sensibilità verso questi temi è dimostrata soprattutto dai bambini e dai ragazzi, su cui puntiamo affinché in futuro la cittadinanza acquisisca corretti comportamenti per proteggere il nostro meraviglioso mare. Con gli adulti è un po’ più difficile…».
La struttura di Montepaone, di proprietà comunale, è stata realizzata con investimenti pubblici, è stata riqualificata sulla scorta di un progetto dello stesso Comune volto alla realizzazione di un Museo della pesca e del mare, a valere sul PO FEP 2007-2013, con fondi erogati dal Gruppo di Azione Costiera (GAC) “Medio Ionio”.
Successivamente, una parte dell’immobile, grazie all’intervento dell’associazione M.A.R.E. Calabria, e di una piccola ma professionale società di servizi - la Geofisica S.r.l. con sede legale in Catanzaro, che vi hanno investito fondi propri, è stata destinata a Centro recupero e dotata di attrezzature per la terapia e la riabilitazione delle specie marine, nonché per analisi veterinarie e microbiologiche, per esemplari in grave stato di salute che richiedono diagnosi e terapie più approfondite e di lunga durata, secondo gli standard ministeriali.