RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:

Cosa accade nel quartiere Ciambra di Gioia Tauro, in cui la Prefettura di Reggio ha disposto una bonifica? Se lo chiede la Cisal che ha notato qualcosa di anomalo nell’operazione”.


Ecco la circostanziata segnalazione del sindacato che in una nota stampa spiega: “I lavori sono stati affidati per ragioni a noi poco comprensibili alla Protezione Civile, che però utilizza autisti, e non personale debitamente attrezzato e fortemente specializzato, per giunta sprovvisti di dispositivi fondamentali per la ‘sicurezza individuale’ (Dpi). Un fatto grave, ma documentato da materiale video e fotografico consegnato alla Cisal. Gli autisti precettati, però, con enorme senso di responsabilità non hanno negato la loro disponibilità. Mai, fin dallo scorso 18 giugno quando sono iniziati gli interventi.

 

Il sindacato – recita ancora il comunicato – auspica che la Prociv possegga i Dpi destinati agli operatori, vale a dire le tenute da indossare per essere protetti da rischi che potrebbero minacciare la loro salute e incolumità. Non è infatti ammissibile che i soggetti interessati non vengano garantiti in modo adeguato. Altrimenti, se qualcuno dovesse farsi male, che succederebbe? A riguardo ci chiediamo se siano stati opportunamente valutati i profili e i livelli di rischio e applicate tutte le misure di sicurezza per la bonifica, non potendosi accettare l’assenza di tutele. Chissà, dunque, se il dirigente del settore regionale preposto, la dott. Rosalba Barone, sia al corrente di questa delicatissima operazione e dell’impiego dei lavoratori della Prociv, considerato che il datore di lavoro è responsabile della salvaguardia dei dipendenti”.

 

Un aspetto basilare, quest’ultimo, su cui la Cisal rincara la dose: “Sarebbe forse opportuno pure l’intervento dell’Unità operativa Prevenzione, Igiene e Sicurezza, negli Ambienti di Lavoro (Pisal) dell’Asp di Reggio. Ma la domanda principale è: non era un lavoro a cui avrebbe dovuto provvedere l’amministrazione comunale di Gioia in collaborazione con l’Aterp? E allora: perché invece è stato demandato agli autisti della Prociv? Al di là dei nostri legittimi interrogativi, però, la triste vicenda resta purtroppo aperta e, oltre agli approfondimenti dovuti a cura degli organismi competenti al fine di verificare l’effettivo stato dei luoghi, noi vorremmo la sospensione immediatamente delle operazioni con la conseguente individuazione di eventuali responsabilità civili e penali. Il sindacato, intanto, vigilerà affinché si ponga fine alla penosa e irregolare condizione di lavoro dei dipendenti della Prociv, ogni giorno ormai impropriamente impiegati nella bonifica”. Tale opera, come peraltro documentato anche da alcuni organi di informazione, sostiene ancora la Cisal: “È finalizzata a eliminare la situazione di incuria e degrado del sito.

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La Protezione Civile sta quindi rimuovendo i rifiuti in nell’area e aspirando i liquami fognari dagli scantinati degli alloggi popolari. Il risanamento del quartiere però, che continuerà con l’opera di collettamento dei fabbricati alla rete fognaria comunale e il ripristino dell’impianto di illuminazione pubblica, non andrebbe certo deputato agli autisti della Prociv. La struttura invece provvede alla sistemazione della rete fognaria e delle acque bianche, che versano in totale abbandono; alla rimozione, mediante idrovore, dai seminterrati dei circa 20 edifici popolari dei reflui fognari da cui erano invasi; allo spostamento con mezzi meccanici di rifiuti disseminati per il Ciambra e al loro smaltimento quotidiano.


La Prociv – si legge inoltre nel testo – ha certificato lo stato di pesante degrado in cui da circa 30 anni vivono fra gli altri 220 persone, per lo più di etnia rom, fra cui 60 bambini in uno stato disumano all’interno di 20 stabili popolari mai completati. La mancanza della condotta di collegamento alla rete principale determina infatti il riversarsi degli scarichi fognari nei seminterrati, trasformati in pozzi neri a cielo aperto vicino a dove giocano i bimbi stessi a rischio di cadervi dentro. Un quadro igienico-sanitario molto precario, per la diffusione di colibatteri fecali e di altra natura, con il grave pericolo del diffondersi di malattie infettive che corrono i residente del Ciambra in cui si avverte pure un olezzo insopportabile. Una situazione inaccettabile aggravata da cumuli di rifiuti alti fino a 3 metri disseminati per il quartiere che, in aggiunta ai reflui fognari, attirano colonie di topi. Ecco dunque dove sta lavorando – chiosa il sindacato – il benemerito personale della Prociv senza tutela”.