Tutti gli articoli di Ambiente
PHOTO
“Una strana chiazza nera è apparsa in questi giorni, davanti la foce del fiume budello a Gioia Tauro, la chiazza nera ed uniforme è emersa proprio dove vi è lo scarico del depuratore Iam, che in teoria dovrebbe scaricare a mare acqua bianca depurata, non tossica, inodore ed incolore”. È quanto afferma Valerio Romano, Segretario Generale Filcams Cgil Gioia Tauro.
“Non si può continuare cosi, non si può continuare a nascondere la testa sotto la sabbia, nell'attesa che le istituzioni si muovano a tutela della salute dei cittadini e della natura che ci circonda. È chiaro che se quella chiazza, che non sembra nè bianca nè depurata, proviene dallo scarico della IAM c'è qualcosa che non funziona e che va rivisto al più presto.
Non si può continuare -continua - a mettere a repentaglio la salute pubblica, dei bagnanti in estate e dei cittadini tutti, non si può continuare ad inquinare il nostro mare ne pagheremo tutti le conseguenze sia di salute che economiche. Spesso si sottovaluta il fatto, che il mare, il nostro mare dà lavoro a centinaia di famiglie tra pescatori e addetti al turismo ed ai pubblici esercizi.
Per Romano “è ora di dire basta, è ora di sostenere e di obbligare l'impianto di depurazione a garantire la salute e la sicurezza pubblica. È ora che la Regione Calabria, la Città Metropolitana ed il Comune di Gioia Tauro, obblighino l'azienda a rispettare le regole e le leggi. E ora di Obbligare la IAM A riparare quello scarico, o quella falla, che per obbligo imposto dal Comune nell'allora autorizzazione rilasciata doveva scaricare a 300 mt dalla costa (oggi dista a poco più di 100) oppure è necessario cambiare qualcosa. È necessario infatti, che quello scarico venga messo a vista, monitorato 24 ore su 24 con web cam crepuscolare, per come proposto dall'Associazione Ambientale Iride, in uno degli ultimi incontri avuto con la IAM e la Regione, cosi da dare la possibilità ai cittadini di poter verificare da casa, ciò che quotidianamente viene scaricato dal depuratore a mare.
Ci chiediamo allora cosa aspetti la magistratura ad intervenire, i carabinieri del Noe e tutti gli enti preposti, al fine di salvaguardare la salute pubblica e di evitare un possibile danno ambientale. Né va della salute pubblica e su questo non ci può e non ci deve essere nessuno, che ne possa speculare sopra. Non ci possono essere più giustificazioni, come quelle date "rispettano i limiti di legge", l'inquinamento non conosce limiti consentiti, conosce invece le sofferenze delle persone che quotidianamente nel nostro territorio si ammalano. Vorremmo invitare l'assessore Rizzo della Regione Calabria ed i i dirigenti della IAM, ad un giro in barca, li vorremmo portare a pescare, insieme ai pescatori del luogo ed insieme ai proprietari delle strutture balneari. Andremo a farlo vicino lo scarico, con una rete o con una canna da pesca, e poi vorremmo provare a cucinarlo, anche magari fare un bagno, li dove i limiti di legge lo consentono saranno mai dei nostri?”.