«Transizione energetica e competitività, il prezioso tessuto di imprese agricole meridionali e della nostra regione in particolare colga senza indugi e rinvii le straordinarie opportunità di efficientamento ma anche di riscatto energetico, di crescita e  di sviluppo eco-sostenibile derivanti dal Bando Parco Agrisolare. Soprattutto le tantissime aziende  agricole che hanno già aderito al secondo bando nel 2023 risultando vincitrici accelerino l’effettiva  partenza degli impianti, in modo da riuscire a beneficiare, soprattutto in termini di risparmi, già a partire dalla prossima primavera». 

È quanto dichiara l’ingegnere Vincenzo D’Agostino, amministratore delegato di Omnia Energia Spa, esprimendo soddisfazione sia per le oltre 20 mila domande presentate in tutt’Italia, a conferma – sottolinea – dell’attenzione e dell’impegno del comparto verso sfida della tutela e della salvaguardia dell’ambiente; sia dell’importante numero di richieste al bando, direttamente seguite da Omnia, tutte ammesse a finanziamento in graduatoria dal Gestore del Servizio Energetico  (GSE), esito virtuoso che – aggiunge – impreziosisce ulteriormente l’esperienza e competenza  ultradecennale della nostra Società in tema di fotovoltaico e di progettazione a 360 gradi degli  investimenti delle imprese in innovazione e risparmio energetico.  

«Ciò sul quale bisogna riflettere – continua l’ad della prima società di servizi energetici nel Sud  Italia nel 2002 – è il minor costo energetico legato alla maggior produzione di energia elettrica per  tecnologia fotovoltaica per le aziende agricole del sud, rispetto a quelle del nord Europa, centro e  nord Italia, a maggior ragione per quelle ubicate in Calabria e Sicilia.  

Per essere più chiari: lo stesso impianto fotovoltaico installato al Nord o Sud o in Calabria o Sicilia  produce di più nel basso Sud e quindi – spiega – comporta un minor costo energetico che in  questo momento, anche alla luce e nella cornice generale della protesta delle aziende agricole di  tutta Europa, con molta probabilità potrebbe far fare la differenza in maniera significativa. 

In questo momento, molte aziende assegnatarie del primo bando hanno già realizzato gli impianti, in attesa di ricevere il contributo del Pnrr. Il GSE sta proseguendo l'analisi delle pratiche presentate nel secondo bando che dovrebbero essere evase entro la primavera per consentire alle imprese  agricole di realizzare gli impianti e di ridurre i costi di produzione. 

Essere veloci nel perfezionamento della pratica finanziata ed affidarsi quindi per le messa a terra  alle migliori esperienze imprenditoriali sul mercato, significa partire prima, partire in tempo, anzi  nel tempo migliore per la sostenibilità e redditività energetica ed economica del fotovoltaico,  governando per tempo – aggiunge – anche i rischi derivanti dal fenomeno della siccità che ormai  le cronache delle ultime stagioni non perimetrano solo alle regioni del Sud Italia.  

Far partire adesso gli impianti significa – scandisce – soprattutto in questa fase epocale di  confronto sociale, politico ed istituzionale sui grandi temi, le criticità, le sfide e le opportunità della transizione energetica, significa per tante imprese prendere il controllo dell’energia: dall’autoproduzione e dall’autoconsumo di energia da fonte rinnovabile all’ottimizzazione ed  efficientamento soprattutto dei costi, dalla minore dipendenza dalla rete elettrica all’incremento del  livello di sostenibilità, alla condivisione di energia ed alla comunità energetiche. E da un punto di  vista delle risorse del Pnrr (852 milioni per i parchi agrisolari, 320 milioni per il sostegno a  investimenti green), dalla cui messa a terra dipenderanno i tre grandi fattori di crescita e sviluppo  del Mezzogiorno (Competenze, Connettività e Competitività), oggi – conclude D’Agostino – non c’è davvero tempo da perdere. Soprattutto al Sud. Soprattutto in Calabria».