Diversi i danni per il sisma che questa notte ha colpito la provincia di Catania. L’isola delle Eolie riprende l’attività, si teme un altro tsunami come nel 2002. Allerta gialla della Protezione civile
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Sono in tutto una decina le persone rimaste ferite, in maniera non grave, per i danni provocati dalla scossa di magnitudo 4.8 registrata alle 3,18 sull'Etna dall'Ingv. Si lavora intanto dalle 4.30 nel centro coordinamento soccorsi convocato dal prefetto di Catania, Claudio Sammartino. È stato già compiuto un primo bilancio provvisorio dei danni con i crolli di muri e case e danni a chiese, soprattutto a Fleri, frazione di Zafferana Etnea, e della chiusura a scopo precauzionale del tratto tra Acireale e Giarre dell'autostrada A18 Catania-Messina, per lesioni presenti sull'asfalto della carreggiata vicino ad Acireale. La prefettura ha disposto sopralluoghi delle strutture e la messa in sicurezza anche delle chiese. Il prefetto Sammartino ha ordinato l'apertura di scuole e palestre comunali per accogliere le persone che non possono o non vogliono rientrare nella propria abitazione, perché' inagibile o per paura. L'assistenza è stata delegata alla Croce rossa. In campo la macchina della Protezione civile. Mezzi e uomini dei vigili del fuoco sono partiti anche dalla Calabria per prestare soccorso.
La scossa è stata registrata alle 3.18 tra Viagrande e Trecastagni. La superficialità dell'ipocentro del sisma, ad appena un chilometro di profondità, ha contribuito ad amplificare l'effetto della scossa, nella parte orientale della Sicilia da Taormina, al siracusano e ragusano. I quattro componenti di una famiglia di quattro persone - madre, padre e due figli minori - hanno visto crollare le pareti della loro casa: «Eravamo a letto - ha raccontato il capo famiglia - ci siamo svegliati di soprassalto e visto le pareti crollarci addosso. Per fortuna i mobili ci hanno protetto dalle macerie: siamo vivi per miracolo». Altri due feriti sono stati soccorsi dal 118: un 80enne estratto dalle macerie a Fleri e una persona a Pisano. Sono entrambi in ospedale con codice verde.
E intanto, a destare preoccupazione è anche lo Stromboli, che ha ripreso la sua attività, caratterizzata dal lancio di lapilli, tanto da spingere la Protezione civile ad innalzare l’allerta dal livello verde a quello arancione: «La valutazione – spiega un comunicato - è basata sulle segnalazioni delle fenomenologie e sulle valutazioni di pericolosità rese disponibili dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e il Dipartimento Scienza della Terra dell'Università di Firenze. L'innalzamento del livello determina il potenziamento del sistema di monitoraggio del vulcano e l'attivazione di un raccordo informativo costante tra la comunità scientifica e le altre componenti e strutture operative».
Si temono, in particolare, smottamenti che potrebbero causare onde anomale, come quella che colpì le coste del Tirreno meridionale nel dicembre del 2002, e che provocò qualche ferito sull’isola stessa.