VIDEO | Il primo cittadino di Scala Coeli deposita una denuncia contro la società che gestisce l’impianto pubblico di Bucita di Corigliano Rossano. Si ipotizza l’interruzione di pubblico servizio. I fatti risalgono all'1 luglio scorso
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Una guerra sotterranea, spesso invisibile. Una vera e propria lotta intestina tra i sindaci dell’Ato (Ambito territoriale ottimale) della Sibaritide e la società Ekrò chiamata a gestire l’impianto pubblico di Bucita, ma anche tra sindaci stessi.
Ci si sgomita tra chi può ottenere maggiori tonnellate di rifiuti da conferire e spesso ci si scavalca. Chi decide, tuttavia, è la Ekrò che stabilisce quantità e criteri. Questa volta però non tutto è andato per il verso giusto e c’è chi ha trasformato la giungla delle tensioni in carta bollata.
È il sindaco di Scala Coeli Giovanni Matalone che nei giorni scorsi si è rivolto alla guardia di finanza chiamando in causa l’addetto della società Ekrò al quale imputa la responsabilità di non aver concesso l’autorizzazione a conferire i rifiuti prodotto dal comune di Scala Coeli.
Tutto sarebbe accaduto nei primi giorni di luglio quando la società affidataria del servizio di Igiene urbana del comune pedemontano dopo aver proceduto regolarmente alla raccolta dell’indifferenziata si reca con i mezzi presso l’impianto di Bucita.
Di tutta risposta giunge un diniego a conferire in quanto il quantitativo massimo giornaliero era stato esaurito dal comune di Corigliano Rossano in virtù delle rimostranze manifestate dal sindaco Flavio Stasi, il cui comune avrebbe una sorta di priorità in quanto ospita l’impianto di stoccaggio.
Al sindaco Matalone non risulta che la città di Corigliano Rossano abbia una sorta di priorità nei conferimenti, né avrebbe mai sottoscritto documenti in tal senso, soprattutto in questa fase emergenziale. Da qui, secondo il primo cittadino, l’atteggiamento arbitrario assunto dalla Ekrò nel favorire Corigliano Rossano interrompendo, di fatto, il regolare svolgimento del servizio di raccolta nel comune di Scala Coeli.