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«Non si può più attendere, occorre un’azione decisa contro il definitivo abbandono delle attività agricole da parte di molti agricoltori». Lo chiede la Coldiretti alla Regione Calabria evidenziando una «insostenibile devastazione dei campi, con centinaia e centinaia di ettari di raccolti distrutti in diversi comuni della Calabria, dove i cinghiali sono ormai fuori controllo con una densità di animali per ettaro al di sopra del sopportabile dall'uomo e dalla natura e con enormi pericoli (i casi sono molti) per l'incolumità pubblica. Come se non bastasse - prosegue la Coldiretti calabrese – c’è anche il diffondersi della commercializzazione di carne in nero, priva di qualsiasi garanzia di carattere sanitario come testimoniano alcuni rapporti delle ASP che certificano casi di patologie dannose per la salute umana e per gli allevamenti».
Secondo Coldiretti, «le inefficaci iniziative della Regione (poche, sporadiche e improvvisate) non hanno risolto il problema , anzi si è acuito sempre di più. Il danno in atto è evidente - sottolinea - come dimostrano per esempio 50 aziende della provincia di Vibo Valentia e Catanzaro, che costituitesi nel "Comitato per il contenimento del cinghiale e difesa del territorio" rischiano di essere prossime alla chiusura».
L’associazione ha invitato la Regione a «intervenire in maniera risolutiva trattando l'argomento come una calamità, perché di questo si tratta! Bisogna farlo subito prima che sia troppo tardi attivando le cinque proposte che Coldiretti ha consegnato al Presidente Oliverio e più volte reiterate al Dipartimento Agricoltura. La posta in gioco è alta: l'economia di intere aree e l'incolumità delle persone. Non è escluso che, permanendo l'immobilismo della Regione, la Coldiretti - annuncia Molinaro - farà una serie di iniziative sul territorio».