VIDEO | Il presidente nazionale Stefano Ciafani ha anticipato alcuni contenuti del dossier dell'associazione durante la nona edizione di Trame, il festival dei libri sulle mafie
Tutti gli articoli di Ambiente
PHOTO
Si è guadagnata il terzo posto la Calabria per numero di ecoreati nel ciclo illegale di rifiuti. A dirlo è stato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, che ha scelto la nona edizione di Trame, il Festival dei libri sulle mafie, per anticipare un po’ di dati sul nuovo rapporto sulle ecomafie, che verrà presentato a Roma il prossimo 4 luglio.
Un territorio da tenere sotto osservazione la Calabria, ha spiegato Ciafani intervistato dalla giornalista Rosy Battaglia: «Nel 2018 è la terza regione italiana per numero di ecoreati nel ciclo illegale dei rifiuti. Infatti, l'8 per cento dei reati sono stati accertati in questa regione: si tratta di oltre 650 reati sui rifiuti. Oltre 1000 persone sono state denunciate e ci sono stati 12 arresti e circa 350 sequestri, praticamente parliamo di una discarica abusiva al giorno. La Calabria, però, sta anche facendo passi avanti: la raccolta differenziata è aumenta e si stanno facendo notevoli sforzi per avviare al riciclo sempre più rifiuti. Una regione che dimostra di voler fare bene, ma che ha ancora tante criticità dovute sia alla disattenzione dei cittadini, sia ai Comuni, sia ai comportamenti degli imprenditori».
Ciafani ha poi continuato sui temi della salute e sicurezza: «In questo Paese siamo continuamente oggetto di messaggi distorti che fanno sembrare una presunta minaccia quella dei migranti che non è fondata su alcun numero, facendola sembrare come una cosa prioritaria da fronteggiare con una non-soluzione tra l’altro, come la chiusura dei porti. In realtà sarebbe fondamentale in questo Paese raccontare quali siano le vere emergenze che gravano su tutti i cittadini».
«L’Italia ha trenta milioni di tonnellate di amianto nelle case di tutti i comuni, questo è un paese dove si smaltiscono illegalmente milioni di tonnellate di rifiuti speciali ogni anno e dove la metà delle popolazioni vive in aree dove l’aria è malsana e respirano sostanze inquinanti che portano alla morte prematura di 60 mila persone ogni anno».
«Sono circa 5mila i morti per mancate bonifiche dell’amianto e nelle zone inquinate dai rifiuti industriali circa 17mila persone. L’unico decreto sicurezza che dovrebbe approvare il Governo italiano – ha concluso Ciafani- non è quello che è stato approvato dal governo Conte e promosso dal decreto Salvini ma è un decreto che punta a governare le vere emergenze sanitarie e ambientali del Paese».