Un drone per i monitoraggi ambientali. L'Arpacal è tra le prime realtà in Italia per il monitoraggio attraverso un velivolo teleguidato in grado di essere equipaggiato con strumentazione tecnica e videocamere di precisione per operare dall'alto, ma soprattutto ha costituito una squadra di tecnici, appositamente selezionati e formati, in grado di guidare queste delicate quanto precise "macchine volanti".

 

Il progetto Arcapal

«In occasione dei vent'anni dall'istituzione dell'Arpacal - ha dichiarato il commissario Maria Francesca Gatto - l'acquisto di questa nuovissima tecnologia, e la formazione di personale apposito, rappresenta una ottima coincidenza: parte una nuova sfida professionale, al servizio del territorio ma anche della rete del Sistema nazionale per la protezione ambientale del quale l'Arpacal è parte integrante». Con la consegna delle licenze individuali ai dipendenti corsisti, si è concluso infatti nei giorni scorsi il periodo di training previsto per autorizzare alla guida dei droni sia in ambienti aperti e sia in scenari urbani, così come anche in ipotesi di emergenza. I tecnici appositamente formati avranno anche il compito di supportare le attività finalizzate alla verifica ambientale dei nuovi "siti di attenzione" da inserire nel Piano delle Bonifiche della Regione Calabria. Il progetto, infatti, è stato finanziato dalla Regione Calabria nell'ambito della convenzione siglata con l'Arpacal per l'attivazione del Piano bonifiche dei siti potenzialmente contaminati. I dipendenti sono Francesco Fullone (Dipartimento Cosenza), Luigi Dattola (Centro Geologia e Amianto), Alberto Belvedere (Dipartimento Reggio Calabria), Franco Dario Giuliano (Dipartimento di Vibo Valentia), Ivan Meringolo (Dipartimenti di Catanzaro e Cosenza), Marco Lucchese e Fabio Tomaino (Direzione Centrale).

 

La funzione dei droni

«Il drone aereo - spiega una nota stampa - è considerato uno strumento ormai essenziale nelle attività di monitoraggio ambientale, anche perchè possiede una sua valenza aggiuntiva, legata alla sicurezza del personale che opera in condizioni critiche quali possono essere le aree oggetto di discariche dismesse o abusive. Tali aree, in particolare dopo la loro dismissione senza un vero e proprio piano di ripristino ambientale, caso spesso frequente in Calabria, comportano rischi per il personale che dovrà verificarne le condizioni». Continua la nota: «Il drone, dotato di camera multispettrale e camera termica, è utilizzato in tutti i siti la cui accessibilità risulta difficile o impossibile per la presenza di rifiuti sparsi in superficie, vegetazione, rifiuti mascherati da vegetazione o anche nelle aree particolarmente impervie. Le attività consentono la perimetrazione del corpo rifiuti e, in alcuni casi, la verifica di processi di degradazione del rifiuto ancora in atto».

 


Le due camere di cui è dotato il drone Arpacal sono state adatte, dopo specifiche elaborazioni dei dati acquisiti, alla valutazione delle superfici occupate dalla discarica (camera ottica multispettrale) e dei fenomeni di degradazione attivi (camera termica).