Sull’accertato inquinamento scoperto nell’area dell’ex Cgr, ora ha competenza l’Amministrazione provinciale di Vibo Valentia, rimanendo al Comune il compito di far rimuovere i rifiuti. Il sindaco Maria Limardo misura le parole, ma il coinvolgimento di un ente che fin qui è sembrato defilato, suona come una conferma ulteriore: intorno al sito sequestrato nella zona industriale di Porto Salvo, sono tanti i soggetti pubblici che devono fare mea culpa.

A 20 giorni dal sequestro del complesso industriale abbandonato, il primo cittadino – che è anche custode giudiziario dello stabilimento servito a stoccare rifiuti speciali – ammette anche le storiche responsabilità del Corap. «Parliamo di un ente strumentale oggi in liquidazione – prosegue Limardo – che certamente doveva fare e non ha fatto contro quest’altro depauperamento del territorio». Mentre prosegue l’inchiesta giudiziaria, che procede per ora contro ignoti, il sindaco ha dato disposizione ai vigili di «predisporre dei controlli e, per evitare che il sito continui ad essere alla mercé di tutti, ho fatto mettere la rete di recinzione lungo il perimetro esterno».

Insomma fervono le attività che solo ora il Comune si sente costretto a fare, in attesa della bonifica per i cui tempi ancora non ci sono indicazioni precise, mentre cresce la preoccupazione vista l’accertata rilevazione di un’alta radioattività in una parte dello stabilimento. Tutto questo mentre l’amministratore unico della società che ha rilevato l’ex Cgr, l’avvocato catanzarese Franco Mirigliani, non si è fatto avanti con il Comune che, attraverso una lettera firmata dal sindaco, gli ha intimato di provvedere alla rimozione dei rifiuti.