«I lavori per completare la discarica di Melicuccà non verranno ultimati prima della fine di agosto». Non è affatto tranquillizzante quello che un operaio, incontrato nel cantiere di contrada la Zingara, afferma. «Dobbiamo ancora mettere un secondo strato di argilla – prosegue – fare le cunette e la coibentazione». Se dal punto di vista operativo questo è lo stato, tanta incertezza si riscontra sul piano amministrativo. Il sindaco Salvatore Fuda, delegato metropolitano all’Ambiente, nei giorni scorsi ha comunicato ai colleghi dell’Ato – utilizzando la chat telefonica – in un modo che ha alimentato i sospetti circa l’esatta conclusione di un lungo iter che rimane contraddittorio.

L’uomo di Falcomatà, sul conto dell’impianto il cui mancato avvio costringe a portare fuori regione i rifiuti, ha scritto che l’ente ha fatto tutto, ma soprattutto, ha detto che «l’iter può finire in un senso o nell’altro, ma sempre nella chiarezza». Ai più il riferimento è sembrato coerente con l’attesa che si nutre verso lo studio che la Regione ha commissionato al Cnr, circa i presunti effetti che la discarica quasi finita avrebbe sulla salute pubblica – vista la vicinanza alla falda acquifera che alimenta l’acquedotto di Palmi, il cui consiglio comunale è sul piede di guerra contro l’impianto.

Un Fuda sibillino, dunque, che al telefono non è riuscito a spiegare meglio la sua comunicazione attesa dai cittadini non solo dell’ex provincia di Reggio Calabria, visto che - a sopportare il peso del fallimento metropolitano - c’è anche l’Ato di Catanzaro che ha acconsentito con molte riserve e polemiche all’autorizzazione emessa dalla Regione, disponibile a far scaricare i rifiuti reggini solo fino a tutto giugno nel sito di Lamezia TermeMelicuccà rimane un’incognita, ma almeno ora si sa quando la ditta conta di finire.