«Completata l’attività di tempestivo ripristino dello stato dei luoghi nell'area interessata dal recente sversamento di liquami dall’invaso dell'impianto. La messa in sicurezza in emergenza, conformemente a quanto previsto dal quadro normativo, è stata portata a termine con il massimo impegno da parte di tutti gli Enti coinvolti». È quanto annuncia in una nota Bieco srl, la ditta proprietaria della discarica di Scala Coeli, dalla quale nelle scorse settimane si sono registrati sversamenti di percolato nel fiume Nicà. 

Leggi anche

La società Bieco - prosegue la nota - «ha immediatamente attivato il piano di intervento, coinvolgendo le autorità competenti, provvedendo alla celere asportazione del liquido accidentalmente fuoriuscito dall'impianto e attivando ogni misura preventiva ed azione di contenimento previste per siffatte tipologie di eventi. In particolare mediante la realizzazione di bacini artificiali e provvisori, il liquido è stato opportunamente confinato al fine di mitigare qualsiasi possibile impatto ambientale per poi essere rimosso in tempi celeri grazie ad un’opera incessante e complessa di asportazione, trasporto e smaltimento presso impianti autorizzati anche fuori regione. Successivamente, è stata eseguita la pulizia e la scarificazione del terreno interessato, eliminando ogni traccia dei liquami. Tutte le analisi effettuate hanno riportato esiti positivi, confermando l'efficacia delle misure adottate e la conformità agli standard di sicurezza ambientale».

Quindi, la riapertura degli argini dei bacini delle acque, al fine di ripristinare il loro regolare deflusso. Bieco si definisce soddisfatta di aver «concluso le attività di messa in sicurezza e ripristino dei luoghi facendo leva su un’articolata e onerosa opera resa possibile anche grazie al monitoraggio continuo e all’assistenza di tutti gli Enti interessati. Si è cosi scongiurato il verificarsi di ogni ulteriore pericolo per l’ambiente e prevenuta qualsivoglia situazione di danno ambientale. La Bieco ha conseguentemente predisposto e presentato il Piano di Indagini Preliminari agli enti competenti, volto a verificare ulteriormente le condizioni delle acque e dei terreni sotterranei, a conferma del costante rispetto dell'azienda alle norme in materia di sicurezza ambientale e  trasparenza amministrativa».

Dito puntato infine contro quella che viene definita «aggressione mediatica». «Nel mentre la Bieco procedeva all’esecuzione delle operazioni di messa in sicurezza in emergenza e al ripristino dello stato dei luoghi - conclude la nota -, la stessa ha dovuto fronteggiare un'ingiustificata campagna di aggressione mediatica, caratterizzata da dichiarazioni infondate quanto allarmistiche in danno dell'intera valle del Nicà e del territorio circostante. Si è a tratti assistito a dichiarazioni giornalistiche, e non solo, nelle quali non si comprendeva se l’auspicio dei dichiaranti fosse l’uscita dalla situazione di emergenza ambientale o, viceversa, l’aggravamento degli effetti di un evento utilizzato da alcuni addirittura quale biasimevole vetrina di visibilità. Ad oggi purtroppo non sono terminati i continui tentativi di fomentare dubbi sulla incessante opera realizzata da Bieco e dagli Enti preposti nonché di diffondere nella popolazione preoccupazioni ingiustificate e allarmanti, con continue campagne di manipolazione della realtà e di terrorismo mediatico».