Sono giunti allo svincolo di Spezzano della Sila prima dell'alba gli attivisti del Comitato Ambientale Presilano, per intercettare i camion provenienti dalla Campania e diretti alla discarica della Miga di Celico. Il loro obiettivo è quello di verificare la tipologia degli scarti destinati ad essere conferiti nell'impianto, recentemente riattivato dopo la scadenza della sospensione dell'Aia, l'Autorizzazione Integrata Ambientale. Sul posto, per prevenire eventuali problemi di ordine pubblico, si sono portati i carabinieri e gli agenti della polizia municipale.

I motivi della protesta

I cittadini della Presila cosentina sono in subbuglio. Invocano la chiusura di  quella discarica costruita tra i boschi, nel cuore della montagna, vicina in linea d'aria ai centri abitati. Temono le emissioni di gas maleodoranti. E temono per la loro salute. «La Sila - dicono - merita di essere valorizzata per il patrimonio naturalistico e per salubrità ed aria pulita. Quell'impianto va rimosso e bonificato». La Miga rassicura circa le tipologie di rifiuti trattati. Al momento giungono in discarica i resti della lavorazione della plastica mentre sono in fase di completamento gli interventi prescritti dalla Regione al capannone in cui si procede al compostaggio dei rifiuti organici. 

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La posizione dell'assessorato all'ambiente 

Antonella Rizzo, assessore regionale all'ambiente, ha presieduto una riunione con i sindaci presilani e con l’Arpacal. E' stato concordato un piano di monitoraggio delle emissioni odorifere sull’area dei comuni di Celico, Rovito, Lappano e Spezzano Sila. Le amministrazioni comunali si sono impegnate a fornire al Dipartimento regionale dell’ambiente una mappa dei siti da indagare sia attraverso l’utilizzo del naso elettronico, sia con l’individuazione di volontari, appositamente formati dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente per la Calabria e a cui verrà assicurato l'anonimato, che avranno il compito di allertare le istituzioni nel caso di odori sospetti. «Ribadisco - ha aggiunto l'assessore - che l’impianto, così come concordato con i sindaci, è costantemente ispezionato da Arpacal e sarà anche oggetto di un’attività di controllo che durerà 12 mesi e che avrà il compito di assicurare la corretta gestione dell'impianto e la tutela della salute pubblica».

Salvatore Bruno