Non è ancora un mare da bere e probabilmente non lo sarà neppure nelle prossime settimane in alcuni punti critici della costa, in particolare lungo il Tirreno cosentino dove la maladepurazione ed il sovraffollamento, determinano l'esasperante fenomeno della schiumetta marrone a pelo d'acqua, sentinella di un degrado delle acque che sconsigliano la balneazione.

Cauto ottimismo

Neppure Roberto Occhiuto si fa illusioni. Ma il p, residente della Regione, nel sottolineare come quello slogan, il mare da bere appunto, lo ha in passato utilizzato qualche altro politico locale, ribadisce un cauto ottimismo nel mitigare almeno la problematica durante la stagione turistica: «L'obiettivo che mi sono posto è abbattere l'inquinamento di almeno il 50 percento» ha detto rispondendo a Cosenza, alle domande dei cronisti a margine della cerimonia inaugurale della nuova area meteo dell'Arpacal.

Problema trascurato per decenni

«Negli anni passati - ha ricordato - sul fondo del mare si è sedimentato tantissimo in termini di fanghi non adeguatamente bonificati. I problemi trascurati per decenni non possono essere risolti in pochi mesi - ha aggiunto - ma penso che la strategia messa in campo sia efficace e che i primi risultati sono già arrivati. La ricognizione di tutti gli impianti di depurazione, dove abbiamo trovato problemi di ogni sorta, dai quadri elettrici divelti alle pompe di sollevamento guaste, ci hanno consentito di tracciare un puntuale calendario di interventi - ha detto ancora il presidente della Regione - e di assegnare le relative risorse ai comuni per il ripristino. I nostri tecnici stanno col fiato sul collo degli amministratori locali per verificare che si proceda puntualmente e speditamente».

La questione incendi

Occhiuto è poi intervenuto sulla questione incendi: «Abbiamo istituito un sistema di pagamento delle squadre addette allo spegnimento dei roghi parametrato in base al minor numero degli interventi eseguiti. In altre parole la retribuzione sarà inversamente proporzionale al numero degli incendi da contenere. Avremo poi sul territorio, in ragione di convenzioni appositamente stipulate, squadre di vigili del fuoco, di volontari e poi cinquemila carabinieri per i controlli. Naturalmente sotto questo aspetto è necessario pure il contributo degli uomini. Con una delibera regionale non si può abolire la stupidità di chi appicca il fuoco. Serve pure un'azione di controllo sociale, di moral suasion e di collaborazione dei cittadini».