VIDEO | La presidente dell'associazione Mare pulito ospite dell'ultima puntata di Dopo la notizia: «Bisogna lavorare 12 mesi all'anno». La direttrice del Cesram: «Ognuno nel suo piccolo può fare il suo»
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«Questo che va a concludersi è stato un anno di svolta, perché si è iniziato a parlare seriamente di mare e di mare pulito, anche se questo discorso va fatto per 12 mesi, non solo in procinto o durante la stagione estiva».
È questo il messaggio che Francesca Mirabelli, presidente dell’associazione Mare pulito Bruno Giordano, ha lanciato durante la scorsa puntata della striscia quotidiana di informazione su LaC Tv Dopo la notizia. L’associazione lavora da anni per sensibilizzare istituzioni, amministratori locali e semplici cittadini al tema dell’inquinamento delle acque, anche attraverso diversi eventi che si svolgono in Calabria.
«Su 800 chilometri di costa tanti depuratori che funzionano male e tante pompe di sollevamento che non vanno proprio, tanti scarichi abusivi, tanti non collettamenti - afferma Mirabelli -. In Calabria potremmo vivere di turismo, non dico dodici mesi all’anno ma quasi. Depurare male è un rischio per la salute dell’uomo. Insieme alla guardia costiera abbiamo stilato un manuale sulle buone prassi della depurazione. Abbiamo cercato di fare rete con le istituzioni per raggiungere un comune obiettivo».
«Nel corso degli anni il mare è stato il ricettacolo di tutte le incurie dell’essere umano - ha continuato la presidente dell’associazione Mare Pulito -. Gli amministratori, non solo dei comuni costieri, devono capire che i cittadini pagano le tasse sulla depurazione e quindi i fanghi vanno smaltiti. In alcuni impianti non viene fatto da anni e questo è un problema, i sindaci non capiscono che ci si potrebbe anche guadagnare producendo del compost. Ma ci guadagnano soprattutto per salute e immagine. Un amministratore deve pretendere che tutto funzioni bene».
«Danni inestimabili, ad esempio, sono derivanti dalla mala agricoltura. In Calabria non abbiamo queste grandissime imprese agricole eppure le conseguenze che ricadono sul mare sono enormi. Agenti chimici e non solo. Quello che non si vede fa più male alla salute dell’uomo. Stiamo cercando di attivare un registro sui tumori, sulle malattie che derivano dall’inquinamento del mare, che molte volte sono causate proprio da quello che non si vede», ha concluso Francesca Mirabelli.
Sul tema, nel corso della trasmissione, è intervenuta anche la dottoressa Maria Assunta Minniti che a Soverato dirige il Centro studi e ricerca ambiente marino (Cesram), dove il prossimo 13 ottobre si terrà un congresso al Museo del mare - istituito e gestito proprio dal Cesram - organizzato insieme all’associazione del Mare pulito.
«Gli amministratori ne sono consapevoli al 50%, alcuni sono molto attenti alla salute del mare, mentre altri lo sono un po’ meno perché comunque manca la consapevolezza e la conoscenza. Alla volte privilegiano altri interventi invece di agire sul mare», sostiene la dottoressa Minniti.
«I veri problemi non si vedono ad occhio nudo - afferma la direttrice del Cesram -. Non si tratta della schiumetta che siamo soliti vedere d’estate, ma i contaminanti, le microplastiche che in grande quantità sono nelle acque non si possono osservare a occhio nudo. Ma ciò non riguarda solo gli amministratori, riguarda ognuno di noi, ognuno nel piccolo può fare il suo affinché ci sia un mare pulito», ha concluso Maria Assunta Minniti.