Vecchi veleni e nuove polemiche. Speranze da (ri)costruire e progetti in itinere. Crotone è oggi una città che affronta i fantasmi del passato e le sfide del futuro. Sullo sfondo di una storia antichissima e gloriosa, i gravissimi problemi ambientali che l’hanno – suo malgrado – assurta a simbolo della lotta contro i veleni in Calabria, ma anche le idee che sul territorio fioriscono e promettono di restituire al capoluogo pitagorico un po’ di quel tanto che negli anni gli è stato tolto. È già realtà la nuova facoltà distaccata di Medicina, inaugurata pochi giorni fa, e promette di diventarlo il progetto Antica Kroton, che ridisegnerà la mappa naturalistica e culturale della città.

Una fase complessa, che vede in prima linea – per il suo ruolo istituzionale – il sindaco Vincenzo Voce, che proprio di questi temi ha parlato a Dentro la notizia, il programma di approfondimento condotto da Pier Paolo Cambareri (rivedi qui la puntata). Collegato con lo studio, il primo cittadino ha cominciato con l’affrontare la grande questione della bonifica. Anzi, come l’ha definita, della «finta bonifica». Perché?

Spiega Voce: «Gran parte dell’area industriale non sarà bonificata: 72 ettari saranno solo messi in sicurezza permanente. E questo riguarda anche il sito dell’ex Pertusola che da solo rappresenta due terzi di quest’area».

Bonifica e rifiuti

Una questione, questa, a cui è strettamente legata quella dello smaltimento dei rifiuti pericolosi provenienti dalle attività, fulcro delle polemiche di questi mesi. Da una parte Eni che vorrebbe seppellirli in Calabria, dall’altra una cittadinanza che non li vuole, spaventata dal prezzo altissimo già pagato a causa dei veleni industriali.  

All’oggi si arriva, ricorda il sindaco, dopo una serie di «tentativi di bonifiche inique» trascinatisi per più di un decennio. «È stato tutto un rincorrere – afferma –. Il paradosso è che Eni quando aveva la possibilità di fare una bonifica seria, quando a Crotone c’erano discariche in grado di accogliere milioni di metri cubi di rifiuti, non ha voluto farlo. Oggi che questo non è più possibile vorrebbe portare i rifiuti in città. Un modo per far passare gli anni e nel frattempo ne sono trascorsi 24 dalla prima caratterizzazione, che è del 2000, a cui ne è seguita un’altra nel 2006 e intanto siamo ancora qui a discutere».

A questo proposito il punto dolente, su cui insiste Voce, è che «non è mai stato fatto uno scouting serio su discariche che potevano contenere questi rifiuti pericolosi. Ce ne sono di sicuro in Austria, in Svezia, in Germania». Si chiede il primo cittadino: «Perché? Perché si è fatto un decreto prima che lo scouting fosse completo?».

S’infervora Voce parlando di una vicenda che l’ha visto in campo, prima ancora che come sindaco, come cittadino e ambientalista. «Per circa 70 anni queste industrie chimiche pesanti hanno prodotto scarti di lavorazione estremamente pericolosi. Parlo di ferriti di zinco, dei veri veleni di Crotone che sono stati stoccati in un’area che ha impregnato i suoli fino alla falda. I materiali sono stati interrati dappertutto».

Proprio su questo aveva acceso i riflettori l’inchiesta Black Mountains, che vedeva alla sbarra 45 imputati ma che si concluse con un buco nell’acqua tra proscioglimenti e prescrizioni.

Veleni e malattie

Eppure i veleni a Crotone ci sono e hanno fatto danni. A certificarlo è l’Ispra nel suo studio Sentieri, in cui si parla di un’incidenza anomala e sospetta di tumori e altre gravi malattie in questo territorio.

A metà novembre, annuncia Voce, in città arriverà un team di ricercatori dell’Istituto superiore di sanità, tra questi proprio il direttore scientifico che ha seguito Sentieri. «Vogliamo accendere i riflettori su questo tema», dice il primo cittadino, che rivela anche l’esistenza di un altro studio in corso all’Unical per verificare i legami tra l’inquinamento a Crotone e le malattie della popolazione.

Luci tra le ombre

Un racconto tetro, che fa rabbia. Ma sul quale gettano una luce le realtà positive che stanno venendo fuori. Il corso di laurea in Medicina, per esempio, la cui inaugurazione pochi giorni fa è stata, sottolinea il primo cittadino, un momento «storico per la nostra città». Un tassello nel mosaico della rinascita di questo territorio. «Questo ci permetterà in un futuro vicino di potenziare il nostro ospedale, di attrarre qui specializzandi e questo vuol dire contribuire a risollevare la nostra Sanità».

Un passaggio doveroso, poi, su Arrical. Presidenza sì o no? «Sono il sindaco di una città importante – afferma Voce –. Ho letto alcuni articoli che mi davano il pole position, ma io devo concentrarmi sulla mia attività politica e sul lavoro che faccio per la mia città. Mi interessa solo questo».

Infine, un accenno al progetto Antica Kroton. Un grande percorso di «rigenerazione urbana – come descritto da Cambareri in studio – basato sulla riscoperta della grande storia archeologica di Crotone». Un percorso già avviato e che presto dovrà dare i suoi frutti. «Alcuni cantieri sono partiti nei mesi scorsi, altri stanno per partire», racconta Voce, evidenziando come si tratti di un «progetto complesso perché coinvolge tre istituzioni: Comune, Regione e Ministero della Cultura».

Un percorso che, conclude il sindaco di Crotone, «cambierà il volto a questa città perché i lavori consentiranno a visitatori e turisti di venire ad ammirare e conoscere la storia millenaria di questo posto, una storia che solo minimamente è stata scoperta».