Platone, Milone e Archimede sono alcuni dei nomi che i giovani alunni dell’istituto comprensivo Vittorio Alfieri di Crotone hanno dato alle tartarughe liberate nel laghetto di Parco Pitagora. Sono stati proprio i bambini ad accompagnare gli esemplari in acqua, seguendoli con lo sguardo mentre tornavano a nuotare tra rane e pesci rossi, dopo essere stati spostati in occasione delle operazioni di pulizia della vasca.

Un ambiente controllato

Prima di rimettere in acqua le tartarughe, i ragazzi hanno ascoltato con grande attenzione le spiegazioni dell’esperto per poi procedere alla liberazione. Per questi esemplari, che appartengono a una specie diversa da quella autoctona, si tratta di un ritorno nelle acque del Parco: «Sono animali che in natura riescono a usufruire brillantemente delle risorse alimentari, mangiano di tutto: larve di insetti, girini, piccole rane e si nutrono anche di vegetazione. Quindi, in contesti naturali penalizzano tanto la biodiversità. Per questo è importante che oggi non tornano in acqua in un contesto naturale, ma comunque controllato» ha spiegato Silvio Cimbalo, del Wwf della provincia di Crotone.

Cultura e ambiente

A breve, infatti, qui sarà avviato un progetto di fitodepurazione naturale dello stagno: le piante creeranno un riparo per girini, pesci e larve di insetto, Inoltre, verrà realizzata una cartellonistica per informare i visitatori su flora e fauna presenti. «L’obiettivo – commenta Santo Vazzano, presidente del Consorzio Jobel che gestisce il Parco Pitagora – è quello di creare un centro di educazione ambientale. Non solo Pitagora, insomma, ma proprio nello spirito di Pitagora, valorizzare l’attenzione all’ambiente e all’ecosistema, nella prospettiva educativa verso i giovani».