Duro attacco al sindaco, al generale e al presidente della Regione per la situazione di stallo che non consente ancora di liberare l'area dell'ex Pertusola dai materiali inquinanti e radioattivi
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«Benvenuti nel teatro dell’assurdo. Siamo a Crotone. Domenica scorsa, sulle reti nazionali è andato in onda un servizio sulla mancata bonifica di Crotone nella trasmissione di Rai 3, Presa Diretta. I riflettori della televisione di Stato hanno messo all’attenzione del Paese i paradossi che vive questa città e le ingiustizie subite dalla popolazione». È quanto scrive in una lunga nota il Comitato “Fuori i veleni” dopo il servizio sulla bonifica di Crotone a Presa Diretta.
Un lungo j'accuse da parte del Comitato che non lascia nessuno fuori dalle responsabilità della mancata bonifica. «Vincenzo Voce è il sindaco di Crotone, ma durante la sua intervista ai microfoni di Presa Diretta sembra dimenticarlo. Lamenta che le Istituzioni non hanno fatto in modo che la bonifica avvenisse. C’è da chiedersi, in tutti questi anni che Voce siede nella poltrona da sindaco quante sollecitazioni e diffide abbia mandato ad Eni Rewind per fare in modo che la multinazionale iniziasse la bonifica del sito industriale? - attacca il Comitato - La domanda è stata posta più volte al sindaco, anche in sede di Consiglio Comunale a cui non ha mai fornito informazioni attendibili, magari corredate da una dettagliata relazione in merito».
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«Evidentemente perché non lo ha mai fatto. Sempre in sede di Consiglio Comunale il sindaco, Istituzione, davanti una proposta della minoranza di denunciare Eni per “omessa bonifica” ha votato contro. Ma la spregiudicatezza di Voce si manifesta nelle sue stesse parole quando davanti una grave denuncia della giornalista Rai - spiega il Comitato - sul perché non ci fosse una cartellonistica davanti la Montedison che avvertisse la popolazione che sul suolo è presente materiale altamente pericoloso e radioattivo, ben rilevato e segnalato alle Istituzioni preposte da Arpacal, indispettito il sindaco ha risposto che non si può tappezzare la città».
Per il Comitato si tratta una «grave affermazione». Il sindaco, che ripetiamo essere il primo responsabile della salute pubblica, è a conoscenza di quanto grave sia l’esposizione di rischio per la salute della popolazione, a causa di materiale radioattivo presente in suoli pubblici, e decide di non avvertire la popolazione, come dovrebbe essere per suo preciso dovere, con gli strumenti che gli attribuisce la legge come ordinanze e/o cartellonistica. Eppure Vincenzo Voce sa bene che quei suoli pieni di detriti vengono calpestati quotidianamente dai cittadini, che portano poi dentro le loro casa, esponendo i loro cari e soprattutto i fragili come anziani e bambini, essendo materiali altamente cancerogeni. Se non altro perché, era proprio lui, prima che diventasse sindaco, a denunciare questa grave situazione».
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Ed ancora: «Fanno rabbrividire anche le sue affermazioni “a me del tenorm non me ne frega nulla. Se mette del metil silicato in acqua e poi la filtra io quell’acqua me la bevo”, come a sminuire maldestramente la grave condizione ambientale di Crotone. Ma chi è Voce, quello che vediamo in tv e che qualche mese fa, in Consiglio comunale ha osato affermare che non c’è correlazione tra le morti per tumore e l’esposizione a materiale radioattivo o quello che in campagna elettorale urlava contro Eni e diceva che si muore per l’esposizione alla radioattività dei materiali? Voce dovrebbe chiedere scusa alle famiglie, agli uomini, le donne, i bambini e gli anziani di questa città per le gravi affermazioni fatte e ricordarsi dei suoi doveri istituzionali».
Ma il Comitato non dimentica di smentire nemmeno il commissario alla Bonifica, generale Errigo. «Sentirlo parlare denota che: o non ha contezza dei documenti e dei contesti, cosa grave per chi è stato nominato dal Governo per seguire ed accelerare le attività burocratiche ed amministrative della bonifica secondo legge; oppure ne ha contezza ma si è convinto comunque della linea di Eni, che vuole una discarica di veleni in città. Delle due l’una. La prima falsità che afferma, è che non ci sono mai state discariche individuate all’estero, autorizzate a ricevere rifiuti pericolosi nel 2019, quando in realtà nel 2019 fu proprio Eni a presentare un prospetto indicando, sapendo che c’erano in quelle aree, impianti autorizzati per il 25% al nord est; 25% al nord ovest; 25% sud e isole; 25% all’estero».
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«A conferma di ciò vi è la relazione dell’ISIN (Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione). In questa relazione, allegata al verbale della Conferenza dei Servizi di maggio scorso, l’ISIN pubblica le mail datate 2021, di risposta ad Eni Rewind, di due aziende, ma si sa ve ne sono anche altre, autorizzate a lavorare rifiuti pericolosi: Geiger S.p.a e MiT Ambiente, rispettivamente correlate alla Germania ed ai Paesi Bassi, che davano disponibilità alle richieste di Eni Rewind per ricevere i rifiuti di Crotone, solo che, scrive sempre Isin, Eni Rewind non intese procedere affermando che l’unica società disponibile era la SOVRECO di Crotone. Invitiamo il generale Errigo a leggere - continua il Comitato “Fuori i veleni” - le carte allegate ai verbali delle Conferenze dei Servizi. Quelle si, di sua competenza e non quelle delle indagini in cui Eni Rewind non risulterebbe coinvolta all’inquinamento quasi a voler dispensarla dallo spendere i soldi per la bonifica».
«Ricordiamo al generale Errigo che lui è stato nominato proprio per gestire i soldi derivanti dalla condanna di Eni, del Tribunale di Milano nel 2012, per “danno ambientale”. Prendiamo atto che coloro che dovrebbero essere in prima linea in questa battaglia a tutela della salute dei cittadini pur avendo, in questi anni, strumenti in mano che avrebbero potuto mettere Eni Rewind nelle condizioni di avviare la bonifica, portando i rifiuti fuori dalla Calabria, hanno inteso non agire tanto che oggi, paradossalmente non è la Regione ed il Comune che diffidano e denunciano Eni Rewind per omessa bonifica, ma è Eni Rewind che diffida la Regione Calabria per il superamento del Paur, quel vincolo firmato nel 2019 (Giunta Oliverio), ultimo baluardo a difesa del territorio, che impone alla Multinazionale di portare fuori i veleni da Crotone e dalla Calabria. A Occhiuto infine diciamo che invece di lanciare con sorrisi e leggerezza, in questo delicato momento, il toto nomi delle città per il Capodanno della Rai, come se il problema non lo riguardasse, si preoccupi - conclude il Comitato - delle priorità e dica chiaramente e pubblicamente che il PAUR, atto amministrativo di competenza esclusivamente regionale, non c’è ragione perché venga modificato ed i veleni devono essere portati fuori dalla Calabria. Crotone sta aspettando questo!»