Il Centro recupero animali selvatici di Maierato non c’è, sebbene la sua realizzazione è costata parecchio denaro pubblico. Cifre esatte ed ufficiali, per il momento, in questa storia di spreco dei fondi europei, non se ne conoscono, ma nel nostro “viaggio” nella struttura finita e mai entrata in funzione – arrivando al Comune – un dipendente ricorda: «Se ne saranno andati 5miliardi di vecchie lire».


Superata la difficoltà di arrivare sul posto, attraverso strade con enormi crateri e mulattiere prive di segnaletica, ci si accorge del grande abuso che qui è stato fatto della pazienza umana e del denaro dei cittadini. Tre enormi edifici a pagoda, di cui due finiti e l’altro aperto e vandalizzato, immersi in un’area recintata aperta a tutti però. L’area sorge in una zona di pregio unico, fa infatti da corona al lago dell’Angitola e alla sua Oasi, ma nessuna strada collega questa attrattiva naturale al complesso realizzato e mai avviato dalla Provincia e dal Comune. Entrando nella pancia di questo spreco, tra condizionatori montati, telecamere di videosorveglianza installate e rifiniture anche di gusto messe in posa – tutte cose inutili – ci si accorge che tanta strada occorre ancora fare per trovare una gestione possibile della struttura. Le carcasse di animali maleodoranti non mancano, ma di quella fauna viva che si intendeva proteggere e curare non si vede neanche l'ombra, a parte le voliere vuote e gli ambulatori veterinari disadorni.

 

Il Cras non esiste, ma non viene utilizzata neanche l’area pic nic che poteva rendere ancora più fruibile un’area di impareggiabile bellezza. Tra i cittadini di Maierato, infatti, oscillano due sentimenti: la sorpresa per una brutta storia che non conoscevano e l’indignazione nel sapere che fiumi di denaro sono stati spesi inutilmente.