VIDEO | Il calo delle sorgenti e la necessità di effettuare alcune riparazioni sull'Abatemarco mettono in crisi il sistema di fornitura idrica
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La materia è complessa e raccapezzarsi tra condotte, saracinesche e serbatoi non è semplice. Il dato certo è la carenza di acqua. Un problema cronico del quale la città di Cosenza soffre maledettamente, in maniera più o meno costante e con periodi in cui l’assenza del prezioso liquido dai rubinetti conduce ai limiti dell’esasperazione.
Una serie di concause determinano la crisi idrica
Nelle ultime ore si è assistito al solito rimpallo di responsabilità tra la Sorical e Palazzo dei Bruzi ma la verità è che a determinare il calo della portata idrica è una serie di concause che insieme producono una criticità lontana dall’essere risolta. In parte è dovuta al calo fisiologico delle sorgenti, in parte alla mancanza di investimenti per individuare fonti di approvvigionamento alternative, in parte a perdite e sprechi lungo la rete che riducono la pressione mettendo in difficoltà soprattutto le famiglie abitanti nei piani alti. Così, mentre il centro storico può contare sul serbatoio di Portapiana alimentato dall'ottima acqua dello Zumbo in arrivo da Aprigliano, il centro, i quartieri di Via Popilia e Via Degli Stadi e il Rione San Vito soffrono la sete appena diminuisce l’afflusso dall’Abatemarco.
Serbatoi quasi a secco
Le rotture dell’ultima settimana hanno contribuito a prosciugare i serbatoi comunali del Merone, di Via De Rada e Colle Mussano. E per reintegrare le scorte ci vuole tempo, manovrando opportunamente il carico e lo scarico dell'acqua.
La distribuzione nella rete idrica cittadina
Per calibrare la distribuzione il comune di Cosenza, che pure può contare anche sulle sorgenti del Timpafusa e del Quaresima, ha bisogno di una portata costante nell’arco della giornata. In sostanza, è vero che la Sorical garantisce una fornitura media di circa 220 litri al secondo, ma il flusso dell’acqua è discontinuo in quanto la stessa Sorical deve comunque salvaguardare anche il livello delle proprie scorte nel maxi serbatoio di Cozzo Muoio, da utilizzare in caso di prolungata emergenza, per esempio per rifornire gli ospedali. Così il riempimento dei serbatoi comunali procede più a rilento e a valle la città soffre. L’acqua arriva con una pressione più scarsa e viene assorbita in grande quantità dai cassoni condominiali posti a piano terra. Chi ha l’autoclave in cima ai palazzi rimane all’asciutto. La situazione è comunque destinata a migliorare
Facciamo il punto sulle risorse idriche
Sono quattro i serbatoi alimentati dall’Abatemarco da cui si snoda la rete idrica cittadina nelle case dei cosentini: il serbatoio di Serra Spiga, al servizio dell’area del rione San Vito e di Via degli Stadi, il serbatoio di Colle Mussano, utilizzato per fornire l’area di Via Popilia e Bosco De Nicola, il serbatoio di Via De Rada, che rifornisce la zona centro nord, per intenderci quella che gravita intorno a Piazza Europa, e il Merone, alimentato oltre che dall’Abatemarco, anche dal Bufalo, attraverso i serbatoi di Cozzo Muoio di competenza della Sorical. Al Merone inoltre, come detto, affluisce anche l’acqua della sorgente Quaresima captata in Sila nei pressi di Rogliano e del Timpafusa in arrivo da una sorgente sita nel comune di Mendicino. Inoltre, il serbatoio di Colle Mussano può contare anche su un minimo approvvigionamento da tre pozzi comunali.
La necessità di trovare nuove fonti di approvvigionamento
A Reggio Calabria è finalmente arrivata l’acqua della diga del Menta. A Cosenza gioverebbe il completamento della diga dell’Esaro. Il maxi invaso potrebbe risolvere in maniera definitiva il problema dell’approvvigionamento idrico. Nel frattempo si lavora al potenziamento dell’Abatemarco ma anche allo sfruttamento della sorgente Capodacqua, già asservita ad alcuni comuni della Valle del Crati e all’Università della Calabria, per rafforzare l’alimentazione del serbatoio di Mussano. Sullo sfondo la carenza di risorse finanziarie per investire in infrastrutture determinata dai debiti accumulati nei confronti di Sorical dalle amministrazioni comunali, che a loro volta incassano solo in misura parziale le bollette dai cittadini.