L'amministratore della società rendese pronto a seguire le vie giudiziarie: «Vantiamo crediti dall'Ato per oltre quattro milioni e mezzo»
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Si alzano i toni dello scontro tra il sindaco di Cosenza e l’amministratore di Calabra Maceri, società di gestione dell’impianto di smaltimento dei rifiuti cui afferiscono i comuni dell’Ato tra cui lo stesso capoluogo bruzio.
Fatture non pagate
Crescenzo Pellegrino non le manda a dire a Mario Occhiuto, mettendolo di fronte alla realtà: il Comune di Cosenza in qualità di ente capofila dell’Ambito Territoriale, per l’ultimo trimestre 2019 deve ancora liquidare all’azienda rendese fatture per un ammontare di 1.710.000 euro rimasti intrappolati nelle maglie del dissesto finanziario mentre per il primo bimestre 2020 manca all’appello un altro milione di euro cui bisogna aggiungere un milione e 700mila euro già maturati nel secondo bimestre 2020.
Quattro milioni e mezzo di crediti
In definitiva Calabra Maceri vanta nei confronti dell’Ato crediti superiori ai quattro milioni e mezzo «una somma – scrive Pellegrino – che va decisamente al di là dell’ordinario rischio di impresa. Non è più immaginabile dover sostenere e finanziare il sistema pubblico del ciclo dei rifiuti».
Nessuna malafede
Contestata anche l’affermazione di Occhiuto secondo la quale Calabra Maceri penalizzerebbe solo la città capoluogo: «I dati dimostrano l’esatto opposto – afferma l’amministratore dell’impianto di smaltimento – Dal primo gennaio allo scorso 10 maggio, i rifiuti conferiti dai centri dell’area urbana sono i seguenti: Cosenza 6.600 tonnellate; Rende 4.350 tonnellate; Montalto Uffugo 1.896 tonnellate; Castrolibero 895 tonnellate».
Citando Dostoevskij
«Colui che mente a se stesso e dà ascolto alla propria menzogna arriva al punto di non saper distinguere la verità né dentro se stesso, né intorno a sé e, quindi, perde il rispetto per se stesso e per gli altri», dice ancora Pellegrino, citando Dostoevskij.
Secondo il titolare della società di trattamento dei rifiuti, Mario Occhiuto dovrebbe essere pienamente consapevole del grave inadempimento contrattuale dell’Ato ed anche delle clausole che prevedono la possibilità per il gestore, di sospendere i servizi.
Mancano le discariche
Tuttavia non è questa la causa degli ultimi disagi, piuttosto la mancanza di discariche dove poter conferire il residuo dopo il trattamento, problema che dovrebbe essere risolto con la prossima riapertura della discarica di San Giovanni in Fiore.
Si procederà per vie legali
In ogni caso, per le affermazioni ritenute lesive e calunniose «si procederà come in diritto in ogni sede – conclude Pellegrino – al fine di tutelare l’immagine di questa impresa e la legalità con la quale svolge da sempre le proprie attività».