Fondazione Gimbe: «Sottostimati gli 80mila malati confermati. Tamponi effettuati prevalentemente sui soggetti sintomatici». La parte sommersa dell'iceberg conterrebbe quasi 128.000 casi lievi non identificati
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Sarebbero oltre 208.000 i casi reali di infezione da nuovo coronavirus in Italia, a fronte dei casi confermati al 26 marzo pari a 80.539. La stima è della Gimbe, fondazione di diritto privato costituita dall'associazione Gruppo italiano per la medicina basata sulle evidenze, che ha effettuato un calcolo dei casi non identificati.
Tamponi fatti solo sui sintomatici
La stima è stata elaborata tenendo conto che in Italia «i tamponi vengono effettuati prevalentemente sui soggetti sintomatici e, esaminando solo la punta dell'iceberg, la gravità di COVID-19 viene ampiamente sovrastimata-. Inoltre - la distribuzione di gravità della malattia è verosimilmente sovrapponibile a quella delle coorte cinese: 81% casi lievi, 15% ospedalizzati e 5% in terapia intensiva». Sulla base di queste assunzioni, si sottolinea, «si stima che la parte sommersa dell'iceberg contenga quasi 128.000 casi lievi non identificati per un totale di oltre 208.000 casi».
Valide le misure di distanziamento sociale
Di conseguenza, secondo Gimbe, «la piramide si ricompone riducendo sia la percentuale di pazienti ricoverati e in terapia intensiva, sia del tasso di letalità che scende al 3,9%. Inoltre, l'elevato numero dei soggetti infetti non identificati conferma - conclude la Fondazione - la validità delle misure di distanziamento sociale»