Lotta all’inquinamento

Corigliano-Rossano, Daffinà e Stasi rilanciano la realizzazione del maxi-sistema depurativo

Il sub-commissario alla depurazione ed il sindaco del terzo Comune della Calabria a confronto su diverse annose emergenze, a cominciare dal mancato collettamento fognario

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di Redazione Attualità
13 luglio 2024
10:36
Il sub commissario Daffinà e il sindaco Stasi
Il sub commissario Daffinà e il sindaco Stasi

Disco verde negli uffici della Cittadella regionale, al tavolo finalizzato al completamento ed all’ottimizzazione dello schema depurativo di Corigliano-Rossano, uno dei due più grossi interventi programmati sul territorio regionale che coinvolge un bacino d’utenza di 160mila abitanti.

I lavori riprendono, dunque, all’insegna di un confronto estremamente produttivo tra il sub-commissario alla depurazione Tonino Daffinà e il sindaco Flavio Stasi. Chiaro l’obiettivo: consentire di procedere con l’intervento, superando la procedura d’infrazione dell’Unione europea (determinata dal mancato collettamento fognario, con relativa depurazione delle acque reflue), risalente all’ormai lontano 2004. Vent’anni nei quali la ricaduta sul territorio ha determinato significativi disagi per i residenti che vi vivono e vi lavorano, oltre che ricadute negative sul piano ambientale.


Costruttivo, leale e senza riserve, è stato il confronto al quale hanno preso parte i rispettivi responsabili tecnici che, unitamente alla parte politica, hanno condiviso una sorta di protocollo operativo, capace di esaminare il lavoro prodotto dalle rispettive amministrazioni, avvalendosi della corposa documentazione con tanto di elaborati tecnici messi a punto dai due uffici competenti.

In tal senso, il primo cittadino del terzo agglomerato urbano calabrese ha addotto argomentazioni specifiche, rispetto a questioni di carattere prettamente tecnico che, negli anni scorsi, erano rimaste irrisolte. Il tutto a partire dalla condivisione delle linee guida, perfettamente convergenti con l’adozione del piano d'ambito regionale, a cui il commissario Tonino Daffinà non intende rinunciare.

Sotto la lente d’ingrandimento, la sostenibilità tecnica, economica, gestionale delle opere da realizzare; la loro gradualità esecutiva come lotti funzionali autonomi che, in relazione ai tempi, procederanno in modo direttamente proporzionale alle coperture finanziare in essere ed a quelle necessarie per la chiusura del quadro complessivo del sistema fognante-depurativo.

Partendo da tali presupposti, non è mancata l’analisi delle criticità relative al carico umano che arriva sull’impianto di Sant’Angelo di Rossano, vittima delle sue carenze strutturali e tecnologiche, da considerare in modo prioritario al fine di evitare che dilaghi ulteriormente l’inquinamento.

Amministrazione comunale e sub-commissario per la depurazione non hanno trascurato neppure l’impianto di Boscarello che deve essere ripensato non solo per recepire i reflui del Nuovo Ospedale della Sibaritide, ma anche per fare da volano infrastrutturale essenziale, oltre che accogliere gli scarichi derivanti dal tessuto economico abitativo e commerciale che si svilupperà attorno al costruendo presidio.

Da approfondire, invece, la situazione relativa all’impianto della zona industriale, attualmente gestito dal Corap. Un nodo quest’ultimo che il sub-commissario Tonino Daffinà si è detto pronto ad affrontare, pur senza tralasciare che l’impianto non rientra, al momento, nel quadro delle sue competenze, «Ma si va ad inserire –ha precisato – nel quadro delle opere di cui si occuperà Sorical. Di conseguenza, dovranno necessariamente essere adeguate. Circostanza che, con relativa approvazione e finanziamento, potrebbe consentire di ipotizzare un suo utilizzo in alternativa all’impianto di Piragineti».

Insomma, un primo confronto che ha fornito sia a Flavio Stasi che a Tonino Daffinà la possibilità di accendere i riflettori sull’annosa quaestio per la cui soluzione servirà, da qui in avanti, una interlocuzione continua tra i due uffici «sia per valorizzare le rispettive esperienze e trasferirle sui documenti progettuali definitivi –hanno concluso entrambi - che per evitare perdite di tempo che possano determinare ulteriori mancate opportunità di sviluppo».

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