Ci sono luoghi, lungo le coste calabresi, dove il mare ed il vento hanno creato posti magici. Piccole alture bianche, di sabbia finissima che si ergono a pochi passi dall’acqua, roveti di macchia mediterranea, popolate da una microfauna unica e da un microcosmo di storia naturale. Sono le dune, un piccolo deserto nostrano chiuso nel diaframma strettissimo tra lo Jonio e la terra calabra, come quelle che si trovano nella Baia di Borea o Punta Alice.

Ci sono dune e… dune 

Ma in Calabria ci sono dune e… dune. Per esempio quelle di Pirro Malena sono state create da decenni di malcostume, cattive abitudini e di veri e propri crimini ambientali da parte di chi indiscriminatamente continua ad abbandonare rifiuti di ogni genere, persino amianto, lungo le spiagge. Sono le dune di spazzatura che continuano a fare “bella mostra” di sé lungo uno dei tratti di costa più belli della terza città della Calabria.

E insieme a loro si mostrano anche disagi e disservizi di una contrada, diventata baricentrica nel territorio della neapolis della Sibaritide, in un quadro generale che sicuramente volge verso il degrado.

Cumuli di rifiuti e amianto 

«La pulizia delle spiagge l’hanno finita da poco – spiega un esercente balneare – e siamo già a metà estate ma hanno lasciato tutto in grandi cumuli lungo le spiagge». C’è di tutto: parti di muretti demoliti, pezzi di frigorifero, cassette di polistirolo, sfalci di potatura, tubi in plastica di ogni calibro, copertoni d’auto, l’immancabile lavatrice, bomboloni del gas e l’elenco potrebbe esse infinito.

Ma una menzione a parte la merita quel mucchietto di lastre di eternit, messo a mo’ di fuoco trapper, proprio lì, sulla spiaggia, vicino al mare. «E questo e niente – ci dice un altro cittadino – se si fa un giro più esteso lungo la costa di Corigliano-Rossano troverà vere e proprie discariche di amianto». E lo sappiamo, perché di situazioni allarmanti ce ne hanno segnalate diverse soprattutto lungo i corsi dei torrenti ed in prossimità delle loro foci. Mentre dal Comune gli uffici fanno spallucce dato che per smaltire un metro cubo di eternit occorrono oltre 200 euro in un territorio che probabilmente ne conta diverse decine di migliaia in attesa di essere tolti e bonificati. E tutto questo a spese delle casse pubbliche.

Mancanza di controlli 

Mancano i controlli? Probabilmente sì e ce lo conferma Giuseppe Palermo, un anziano agricoltore e trasportatore, nato, cresciuto e pasciuto qui, tanto da meritarsi il titolo popolare di “Sindaco di Pirro Malena”. «Sapete quante volte abbiamo chiamato i vigili urbani? Un’infinità di volte. Vengono, si fanno un giro, controllano e poi finisce tutto lì. Praticamente non cambia nulla».

Le insidiose buche di Pirro Malena 

E Giuseppe, poi, ci racconta di tante altre «disgrazie» della sua bella Pirro Malena. Dove ogni residente ha praticamente adottato una buca, nel senso che ognuno di chi ci abita ha avuto un incontro ravvicinato, molto stretto, con le tantissime voragini che si aprono sulle strade della contrada. Una in particolare, quella che si trova all’intersezione tra il lungomare e la via che porta fino alla statale 106. Una vera e propria trappola che durante le piogge si trasforma in una pozzanghera insidiosa. «Quest’inverno – dice stizzito Giuseppe – un mio amico in questa buca ha bruciato la centralina del camion: 2500 euro di danni».

Ma non è solo questo. Inoltrandoci nel cuore della contrada scopriamo che di disagi la gente del posto nel vive tantissimi. Una mamma ci racconta di come nei giorni scorsi per poco non era rimasta vittima di un brutto incidente. «Ogni bivio – dice – è un angolo morto, perché le sterpaglie coprono la visuale,  l’illuminazione è ridotta e la visibilità è nulla. L’altro giorno stavo scendendo con la bici verso il mare ed un’auto che svoltava da una traversa per poco non mi ha preso davanti».

Quello che risalta, però, è che la gente non è arrabbiata ma il sentimento che pervade tutti è la rassegnazione. «Tanto siamo da sempre così e così rimarremo per sempre».