VIDEO | Le burrasche degli ultimi giorni, il nuovo assetto della costa e quel vento termico che fu la fortuna delle popolazioni della Magna Grecia e che oggi quasi nessuno conosce. A confronto con Giuseppe Sabatino, presidente del Sapienza Kitesurf: «Non c'è stato alcun evento catastrofico, è il decorso della natura che si rigenera». La spiaggia ha solo cambiato muta
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La natura crea, distrugge e poi ricrea. E’ la teoria che regge il mondo, sin dalla notte dei tempi. E sarà così anche per la costa di Corigliano-Rossano dove, durante l’ultimo San Valentino, il mare, spinto da forti venti di maestrale e tramontana, ha ridisegnato la costa ionica rossanese.
Danni a go-go per le strutture balneari che ora dovranno rimboccarsi le maniche velocemente per “adeguare” gli stabilimenti alla nuova conformazione della spiaggia e farsi trovare pronti alla stagione estiva che è ormai prossima.
Primi bagnanti nello Jonio
L’ultimo week-end ha dimostrato che il sole fa presto a riscaldare i cuori e a dare coraggio ai temerari che proprio ieri, a distanza di pochissimi giorni dalla violenta burrasca, sono ritornati a sbracciare in acqua: ovviamente ben coperti dalle mute ma coccolati da un tepore primaverile nemmeno troppo insolito.
A queste latitudini è così da sempre per effetto di una particolare geotermia creata grazie ad una straordinaria congiunzione tra sole, monti e vento, già nota ai greci e successivamente ai bizantini. Che utilizzavano questa specifica forza cinetica e geotermica, caratterizzante le coste del golfo di Taranto e particolarmente quelle sibarite, come vero e proprio propulsore per raggiungere rapidamente le sponde dell’Oriente.
«Il vento termico che fu la fortuna della Magna Grecia»
«Nulla accade per caso e la modernità ci ha fatto perdere il senso della natura». È la sintesi di un percorso di amore e passione travolgente che è valso a Giuseppe Sabatino, 39 anni e presidente del Sapienza Kitesurf di Corigliano-Rossano, da sempre cultore del mare e del vento, lo pseudonimo di Uragano Style. Per lui vento e mare sono una ragione di vita. «Oggi ci imbarchiamo nelle navi che vengono spinte da motori – ci rammenta - ma ignoriamo il fatto che un tempo sulla nostra linea di costa viaggiavano imbarcazioni che potevano raggiungere una velocità per tre volte superiore ad un qualsiasi altro natante dei nostri giorni. E questo grazie solo ed esclusivamente a quel vento termico – spiega con passione - che si sprigiona dall’orizzonte est, in mare aperto, e che trova nelle alture della Sila Greca un muro di rimbalzo che aumenta la forza cinetica e la incanala nel golfo di Taranto. Di fronte a noi – ci dice, con trasporto misto a commozione, UraganoStyle che abbiamo incontrato nella sua “centrale del vento” in riva al mare – c’è quella che per secoli è stata l’autostrada del mare più veloce dell’età classica».
Fatti che in pochi conoscono ma che sono valse la fortuna di questa terra dove i greci e i bizantini hanno lasciato tracce indelebili, ancora presenti e poco valorizzate. Forse perché manca proprio l’ampia consapevolezza di un percorso della memoria. Fatti, inoltre, che ci aiutano a capire quanto di “straordinario” ( e nemmeno tanto) è accaduto nei giorni scorsi lungo la nostra costa.
«Niente di eccezionale – dice serafico Sabatino - solo il decorso naturale della natura e, in questo caso, del mare. La forza dirompente dei venti, che in questo punto della costa si incrociano spettacolarmente superando gli 80km/h hanno dato una forza incredibile al mare che si è spinto oltre i suoi confini e ha rinnovato l’arenile. Un cambio muta – dice – che avviene a distanza di secoli ma che appartiene al decorso naturale del mondo».
La spiaggia ha cambiato muta
Come cambierà l’assetto dell’arenile d’ora in poi? «Avremo una spiaggia “nuova” – dice Sabatino – ricca di piccoli ciottoli e probabilmente più sabbiosa. Già le prossime mareggiate, di minore entità rispetto alle ultime registrate, serviranno a livellare le dune che oggi si sono create sul livello del mare restituendo una spiaggia degradante: tutto secondo natura».