VIDEO | Il presidente Torchia, dopo aver denunciato lo sversamento in mare della preziosa risorsa, lancia l’allarme: «Gli agricoltori non riescono a programmare la piantumazione»
Tutti gli articoli di Ambiente
Mentre il Crotonese affronta l’ennesima emergenza idrica che sta colpendo intere comunità e il comparto agricolo, oltre 200 milioni di metri cubi d’acqua pubblica vengono sversati in mare ogni anno. Uno spreco assurdo per il Consorzio di Bonifica Ionio Crotonese, che ha denunciato e documentato quanto accade alla preziosa risorsa gestita dalla multinazionale A2A, dopo essere stata utilizzata per scopi idroelettrici.
Spreco «aberrante»
«Non è possibile utilizzare l’acqua in modo inappropriato. Quest’acqua viene sversata in mare dopo aver prodotto energia elettrica, ma senza alcun equilibrio né rapporto di efficienza con gli altri utilizzi necessari: l’uso potabile e l’uso in agricoltura, quest’ultimo al secondo posto nei principi generali giuridici» spiega il presidente del Consorzio, Roberto Torchia.
«Noi abbiamo la fortuna di poter contare sui due laghi artificiali perfettamente incastonati nel paesaggio silano, che potrebbero garantirci tranquillità dal punto di vista idrico, ma così non avviene a causa di concessioni ormai vecchie che portano poi a questi risultati che sono aberranti» aggiunge. Non solo, tali concessioni «attualmente in vigore non danno alcun obbligo di conservazione dell’acqua nei due laghi silani per fronteggiare eventuali annate di siccità, che si possono verificare e che si stanno verificando».
La replica di A2A
«Quanto avviene alla risorsa idrica a valle dello scarico della centrale di Calusia non rientra nelle proprie prerogative di concessionaria né nelle proprie correlate responsabilità» ha replicato la società, sottolineando che «qualora enti e istituzioni locali intendessero realizzare un diverso uso di tali acque a valle di Calusia, A2A non solleverebbe alcuna obiezione».
Parole che non soddisfano Torchia: «A2A produce energia idroelettrica e dopo rilascia l’acqua nel fiume. Bisognerebbe programmare l’utilizzo della produzione idroelettrica in relazione al fabbisogno».
Finocchi a rischio
Intanto, l’emergenza idrica attanaglia il comparto agricolo: «Riusciremo a fornire una risorsa accettabile per irrigare fino a ferragosto, poi garantiremo solo l’obbligo del potabile nei confronti dei Comuni di Cutro e Isola. È vero che molte coltivazioni stanno andando a raccolta, ma ci sono alcuni settori come quello zootecnico dove abbiamo intere piantagioni di erba medica, che potrebbe registrare perdite».
In questo scenario anche la coltivazione dei finocchi appare a rischio: «Non abbiamo la certezza di poter garantire l’acqua a settembre, anche se dalla Regione arrivano continue rassicurazioni. In questo momento, gli agricoltori non sono nelle condizioni di poter programmare la piantumazione, che avviene proprio nel mese di settembre. È inaccettabile che nel 2021 non si riesca a programmare».
Insomma, come ribadito più volte, per Torchia è necessario rivedere la gestione della risorsa idrica, aggiornando regole datate e non più rispondenti alle esigenze di comunità e agricoltori: «L’acqua è della Regione Calabria e non si può lasciarne la gestione a una multinazionale che indubbiamente fa il suo mestiere e i suoi interessi».