Sono 8 e tutti piccoli: 7 con una popolazione sotto i 5mila abitanti e uno di poco superiore. San Marco Argentano è vincitore assoluto in Calabria per la categoria dei comuni con un numero di abitanti compreso tra 5 e 15mila. L’altro, nella categoria sotto i 5mila, è Parenti. Sono i “ricicloni” premiati da Legambiente per le buone pratiche legate alla gestione dei rifiuti. Due i dati che saltano all’occhio: l’assenza di capoluoghi e comuni più grandi e il primato della provincia di Cosenza, presente con 6 paesi sugli 8 totali: sono, oltre ai due già citati, Carolei, San Benedetto Ullano, Cerisano e Pietrafitta. Gli altri sono entrambi del Catanzarese – Gimigliano e Cortale – mentre (e qui il terzo dato che si rileva) sono del tutto assenti le altre tre province.

Questa, dunque, la classifica dei piccoli comuni, stilata in base alla produzione pro capite di rifiuto secco residuo (vince, ovviamente, chi ne totalizza di meno): Parenti (52,7 chili per abitante in un anno), Carolei (54,4), Gimigliano (55,1), San Benedetto Ullano (61,1), Cerisano (63,5), Pietrafitta (65,1), Cortale (69,4). Subito dopo viene San Marco Argentano (69,5) che però domina la classifica dei comuni di media grandezza essendo l’unico presente.

«Strada giusta ma traguardo distante»

Quella di quest’anno è la trentesima edizione del concorso Comuni Ricicloni di Legambiente, che si basa sui dati dello scorso anno. Dati, afferma l’associazione, che «ci confermano che la strada è quella giusta, anche se il traguardo è ancora distante. I Comuni Rifiuti Free sono 629, ben 39 in più dell’anno passato. Viene così superato il numero più alto mai raggiunto nell’ambito dell’iniziativa, pari a 623 comuni virtuosi, contati nell’edizione 2021. Possiamo dunque affermare che la parentesi negativa dello scorso anno (590 comuni rifiuti free), imputabile all’incremento dei quantitativi di rifiuto indifferenziato causati dalla pandemia, sia definitivamente chiusa».

Nel corso del tempo sono cambiati più volte i criteri di valutazione. Si è passati dal premiare chi superava il 70% di raccolta differenziata, all’indice di buona gestione che attribuiva un punteggio ai sistemi di raccolta comunali nel loro complesso fino ad arrivare, a partire dal 2016, a premiare i comuni che contengono la produzione di rifiuto da avviare a smaltimento entro i 75 chili per abitante in un anno. Sono questi i Comuni Rifiuti Free.

Più virtuosi i piccoli comuni

Il dato calabrese riflette in pieno quello del resto d’Italia. Su scala nazionale, infatti, a essere premiati sono per la maggior parte comuni sotto i 5mila abitanti: 409 contro i 180 con un numero di abitanti compreso tra i 5mila e i 15mila e i 36 oltre i 15mila, oltre ai 4 capoluoghi del Triveneto: Trento, Treviso, Belluno e Pordenone.

«La percentuale di cittadini che risiedono nei Comuni Rifiuti Free e che contribuiscono a contenere i quantitativi di rifiuti da avviare a smaltimento, rapportata al totale della popolazione italiana, è del 6%, con un aumento di 34.206 persone servite da sistemi di raccolta differenziata significativamente efficienti. Pochi i centri oltre i 30.000 abitanti, dove le difficoltà nel gestire in modo efficiente le raccolte sono maggiori se non opportunamente progettate e organizzate», sottolinea Legambiente.

La partecipazione all’edizione nazionale di Comuni Ricicloni è un atto volontario da parte di Comuni, Consorzi e gestori di rifiuti, che decidono di aderire all’iniziativa con l’invio dei dati di produzione. Nelle declinazioni regionali del premio, invece, i dati vengono messi a disposizione da Arpa e Osservatori regionali. A livello di macro-aree geografiche si registra un incremento dei Comuni Rifiuti Free al Nord (+32) e al Sud (+11) a fronte di una diminuzione al Centro (-2).

Porta a porta: una strada in salita

«I numeri dell’edizione 2023 – evidenzia ancora Legambiente – ci dicono chiaramente come oggi l’attenzione prioritaria deve spostarsi dai piccoli Comuni ai centri più grandi fino alle città, dove i sistemi di raccolta che tengono insieme qualità e prevenzione dei rifiuti avviati a smaltimento, primo tra tutti il porta a porta, stentano a diffondersi, nonostante alcuni esempi virtuosi e che ben dimostrano che è possibile perseguire questa strada. Un altro elemento riguarda l’importanza di organizzarsi a livello consortile, un modello organizzativo che non solo garantisce una migliore qualità della raccolta, ma è funzionale anche a sviluppare un’adeguata ed efficace rete impiantistica per il riciclo e il trattamento dei rifiuti ben distribuita sul territorio».

«Infine – aggiunge –, le esperienze riportate, anche quest’anno, ribadiscono che, per passare da una buona percentuale di raccolta differenziata ad un quantitativo di secco residuo da smaltire inferiore ai 75 kg/abitante/anno, l’inserimento della tariffa puntuale è necessario. Infatti, applicando il principio chi inquina paga, questo sistema premia quei cittadini che producono meno rifiuti e quindi applica un’efficace politica di prevenzione. Efficacia che si estende su scala ancora più ampia quando lo stesso criterio viene inserito anche nella legislazione regionale, con una modulazione dei costi sostenuti dai Comuni per l’avvio a smaltimento del secco residuo, che premia i più virtuosi, ovvero quelli che avviano a smaltimento i quantitativi minori e hanno le percentuali di raccolta differenziata più elevate».

Un accenno, in conclusione, al Pnrr che, come ricorda Legambiente, ha inserito il tema della gestione dei rifiuti nei bandi già pubblicati e attualmente in fase di assegnazione delle risorse, con un numero di progetti presentati molto più alto di quelli effettivamente finanziati. Un dato che suggerisce due elementi: «Se da una parte servirà reperire ulteriori risorse e canali di finanziamento per scorrere la lista inserendo i progetti ammessi ma che oggi non rientrano nei finanziamenti, dall’altra, l’elevata risposta indica che c’è da parte dei Comuni un grande bisogno, ancora oggi, di implementare e sviluppare buoni sistemi di gestione dei rifiuti, un dato questo che va preso in seria considerazione sviluppando azioni di affiancamento, supporto, formazione e indirizzo».