VIDEO | Il primo cittadino Giordano punta il dito contro la previsione fatta dall'Ato che ora costringe il suo ente e Filandari ad una seconda progettazione per collegarsi al futuro impianto consortile di San Calogero
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E tre. Dopo San Calogero e Filandari, anche il sindaco del terzo Comune dell’Ambito territoriale ottimale formato nella parte vibonese della valle del Mesima – e creato dal commissario di governo dopo le infrazioni nella depurazione – ammette che nulla è cambiato. «Mileto – risponde pesando le parole il primo cittadino Salvatore Fortunato Giordano – continua a scaricare le fogne in zone del territorio da tempo asservite a questo». Risposta diplomatica che, però, allude all’utilizzo ancora inquinante dei tanti fossi e torrenti che sono affluenti, sull’argine destro, del fiume Mesima, così come – invece esplicitamente – aveva detto il collega di San Calogero, Giuseppe Maruca, che, rispetto al cambio di rotta che l’ufficio del Comissario oggi affidato a Maurizio Giugni, con Rup Giulio Palma, non è riuscito ad assicurare, aveva garantito di aver informato la Procura di Vibo Valentia.
Ma se si pensa che sia l’assuefazione all’inquinamento l’impronta più grave del caso Mileto, si rimane delusi perché qui – secondo il narrato dell’ammistratore eletto nel 2019 – incombe anche il fallimento della progettazione. «E’ crollata una strada e quindi l’originario collegamento tra Mileto e il futuro depuratore consortile di San Calogero è saltato – prosegue Giordano – per varie motivazioni, anche tecniche, ci siamo trovati noi e Filandari esclusi dal progetto del comune capofila. Appena mi sono insediato ho chiesto al commissario di riaccorpare i tre centri, ma oggi ci troviamo di fronte ad un ostacolo ancora più amaro». Racconta una storia di incomprensibili ritardi, la vicenda di Mileto, perché il sindaco – aprendo un corposissimo faldone che tiene sulla scrivania – riferisce di un prima e dopo che ha dell’assurdo per chi non mastica di burocratese. «Mi era stato detto che era facile reinserire i due comuni nella progettazione – racconta l’ammnistratore – poi invece è cambiata la norma e quindi mi si dice che la rete di collegamento deve essere finanziata, se Mileto e Filandari vogliono sperare di tornare nel Piano di San Calogero che è giunto quasi alla fase esecutiva».
Dunque, i due Comuni – per poter usufruire del depuratore consortile – che non sarà comunque pronto prima del 2024 – devono fare la rete e trovare i fondi. «Mi sono attivato – aggiunge il sindaco – per fare in modo che questo progetto in più venga inserito tra quelli finanziabili con il Cis Acque, e spero che in questo senso anche la Regione, tramite il commissario Gualtieri, intervenga». È nelle mani dei commissari, la soluzione del caso. Servono 7milioni di euro per Mileto e 2 per Filandari, ma il sindaco Giordano è andato oltre. «Nella nuova progettazione – conclude – abbiamo fatto inserire collegamenti fognari prima non previsti, servendo quindi anche le frazioni San Giovanni e Comparni che erano stati esclusi».