L'associazione punta il dito contro una richiesta inviata a maggio scorso: «Gli uffici tecnici costretti a compilare entro il 30 settembre delle schede inutili dato che manca un sistema informativo in grado di recepire i dati»
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Nessun passo avanti. Anzi, uno indietro. La denuncia viene dall’Ona Cosenza, sezione territoriale dell’Osservatorio nazionale amianto e il dito puntato è contro il dipartimento Ambiente della Regione Calabria e la richiesta, recante la data del 30 maggio scorso e inviata a tutti i Comuni calabresi, avente a oggetto “Censimento regionale manufatti contenenti amianto: inoltro modalità di rilevazione immobili pubblici e privati”.
Un arretramento, evidenzia Giuseppe Infusini – presidente dell’Ona Cosenza e commissario dell’Osservatorio nazionale amianto per l’organizzazione delle sedi territoriali in Calabria – rispetto al percorso dettato dalla legge regionale 14/2011 sulle modalità di rilevazione delle informazioni sui siti con presenza di manufatti contenenti amianto. Un arretramento ulteriore, sarebbe da dire, dato che la norma licenziata ormai 12 anni fa è in larga parte ancora disattesa proprio da chi l’ha creata: la Regione, che nel corso degli anni e degli avvicendamenti non ha mai dimostrato concretamente di voler mettere mano al problema e dare seguito agli adempimenti previsti.
«Invece di richiamare i Comuni a svolgere le attività di censimento secondo le modalità dettate dal Prac (il Piano regionale amianto della Calabria, ndr) – spiega Infusini – qualcuno ha pensato di richiedere agli stessi di compilare, entro il 30 settembre prossimo, delle schede di censimento semplificate che non possono essere di alcuna utilità visto che manca un sistema informativo che recepisca automaticamente i dati in modalità georeferenziata».
Non solo. «Viene imposto – prosegue il presidente dell’Ona Cosenza – che ogni scheda semplificata venga firmata digitalmente e inoltrata singolarmente a mezzo posta elettronica e che anche i Comuni “in regola,” ovvero quelli che hanno già effettuato correttamente il censimento adottando la scheda approvata dal Prac, debbano compilarla trascrivendone i dati. È inconcepibile che tutto ciò debba avvenire entro il 30 settembre per via di tutte le procedure da avviare per i Comuni che non hanno ancora indetto il censimento dell’amianto. In queste condizioni è altamente probabile che saranno pochissimi i Comuni, se non addirittura nessuno, in grado di adempiere alla richiesta».
Insomma, dopo anni di immobilismo – secondo la denuncia dell’Ona – si tenta di fare ma si fa male. «Il dipartimento – evidenzia Infusini – non ha considerato tutte le difficoltà che l’ufficio tecnico di un Comune, impegnato in tanti altri adempimenti istituzionali, incontra nel trascrivere i dati delle schede di censimento compilate dai cittadini, quelle integrali, nelle suddette “schede semplificate”. Chi si occuperebbe poi in Regione di trascrivere, per ogni scheda, i dati dei siti in un sistema georeferenziato in grado di gestirli in ambiente Gis?».
E ancora: «La presunta semplificazione, carente dei parametri previsti dalla scheda (integrale) approvata dal Prac, non potrà essere utilizzata per stabilire le priorità di intervento di cui alle linee guida Inail». Uno sforzo inutile, dunque, ai fini delle bonifiche e, quindi della lotta all'amianto, materiale – lo ricordiamo – cancerogeno messo al bando in Italia già dal 1992.
«L’Ona Cosenza è contraria a questa iniziativa del dipartimento che disattende le prerogative della legge 14/2011 – rimarca Infusini – e ho pertanto inviato a mezzo pec il 6 settembre scorso una richiesta di revoca del provvedimento e di una riformulazione che tenga conto del contenuto della precedente corretta comunicazione del Centro Geologia Amianto dell’ArpaCal del 10 giugno 2022 con la quale si invitavano i Comuni inadempienti a effettuare il censimento degli edifici pubblici e privati interessati dalla presenza di materiali contenenti amianto, attivare lo sportello amianto e di redigere il Piano comunale amianto».
Il grande nulla della Regione Calabria
Ma questo è soltanto l’ultimo capitolo di una vicenda fatta di scarsa o nulla attenzione nei confronti di un problema che l’Ona Cosenza sta cercando di affrontare in perfetta solitudine. «A tutt’oggi – dice Infusini – nessuna delle proposte contenute nell’ampio carteggio già trasmesso al dipartimento a mezzo pec il 19 dicembre scorso, tra le quali figuravano i provvedimenti da adottare nell’immediato e l’aggiornamento del Piano regionale amianto scaduto nel maggio 2022, risulta essere stata presa in considerazione. Sulla questione si è anche interessato il consigliere regionale Pietro Molinaro che, avendo partecipato al convegno Ona tenutosi a Rose lo scorso 14 luglio, ha preso l’impegno di interagire con il dipartimento al fine di verificare la validità delle proposte dell’Ona che ha ritenuto meritevoli di considerazione».
Al momento, però, tutto tace. E per smuovere le acque il presidente dell’Ona Cosenza fa appello direttamente al presidente Roberto Occhiuto perché dia un segnale e cominci a interessarsi alla questione: «Sto cercando di avere un incontro con lui per discutere del riordino del settore amianto di cui non si sa nulla, i Comuni sono lasciati allo sbando, mentre nel territorio si registrano diversi casi di mesotelioma di origine ambientale. L’Ona, come sempre, è a disposizione per dare supporto alle istituzioni, lo abbiamo ribadito più volte, ma serve la volontà di mettere mano al problema con un progetto politico. Il presidente Occhiuto ci apra le porte del suo ufficio, ci dia la disponibilità a riceverci e confrontarsi, noi siamo pronti».