Il sito nel cuore dell’agroalimentare di Cammarata potrebbe presto essere tombato. Mentre si attende che le dichiarazioni dell’assessore De Caprio diventino realtà, si pensa alla prossima battaglia unitaria: la difesa dell’ospedale
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Le parole dell’assessore regionale all’Ambiente, Sergio De Caprio, che giorni fa alla cittadella, in presenza del sindaco della città di Castrovillari Domenico Lo Polito, del consigliere di minoranza Ferdinando Laghi e di un gruppo di ambientalisti, ha parlato di chiusura definitiva della discarica di Campolescia, avevano «il tono della sincerità». E nonostante la «cautela in questi casi è d’obbligo» gli ambientalisti di Castrovillari festeggiano oggi vent’anni di attivismo sul territorio con la speranza che presto quel sogno - vedere tombata definitivamente la ferita che insiste nel cuore dell’agroalimentare di qualità di Carramarata – possa diventare realtà.
Due decenni di «mobilitazioni e lotte» che hanno visto protagonisti l’Associazione “Solidarietà e Partecipazione” e l’Associazione “il riccio”, ma anche con il Comitato “Cammarata contro la discarica di Campolescio”, l’Associazione “Pensieri Liberi Pollino”, il Forum Ambientalista Nazionale, l’Associazione Medici per l’Ambiente (Isde), con il solo scopo di «giungere alla definitiva chiusura della discarica di Campolescia». Un attivismo operoso per difendere insieme ambiente, salute, occupazione e sicurezza sociale «contro avversari, sempre numerosi – scrivono gli ambientalisti - sempre diversi, eppure, in fondo, sempre tra loro uguali, che pensavano, invece, a tutelare solo i loro interessi e quelli dei loro padroni di Cosenza, Catanzaro o Roma che fossero». Ma dopo anni in cui si è stati «ad un passo dalla sconfitta» per poi «resistere con la forza della volontà, ma anche della ragione, con il sostegno della gente del territorio, in primo luogo di Cammarata, che mai, in questi anni, ci ha abbandonato, ed anzi ci ha fatto sentire davvero i portabandiera del bene comune» ora «finalmente, sembra che ormai ci siamo».
In questi anni le associazioni a difesa del territorio più volte sono state protagoniste di manifestazioni popolari che hanno portato tanto sulle strade di Campolescia quanto nel centro della città di Castrovillari migliaia di persone, mezzi agricoli, studenti, liberi cittadini e associazioni di agricoltori ad unirsi per un obiettivo comune. Le parole di Sergio De Caprio «belle e confortanti, parlavano di comunità e diritti, di rispetto e partecipazione» nel corso dell’incontro di qualche giorno fa a Catanzaro. «Concetti ben noti e assai cari anche a noi che, del bene comune, facciamo la nostra ragion d’essere come associazione». Ma «è già tempo di guardare al futuro».
L’obiettivo finale deve condurre alla «tombatura definitiva della discarica di Campolescia», un sito dalle «caratteristiche uniche in tutto il panorama regionale e non solo». Chiuso da oltre vent’anni è da un processo penale attualmente in corso proprio per la dolosa alterazione dello stato dei luoghi. La coesione ritrovata attorno alla difesa di Campolescia dall’aggressione esterna che ha messo insieme anche chi si « trovava su posizioni divergenti e opposte, ha giocato un ruolo nodale nella felice conclusione della vicenda». Unità che ora gli ambientalisti invocano anche per «i problemi ancora aperti» della città: ad iniziare dallo smantellamento dell’ospedale per continuare alla disperante situazione economico-occupazionale di Castrovillari.