«La domanda è: ci saranno problemi se non si faranno le discariche o c'è qualcuno che non vuole fare le discariche?» Si è ormai arrivati ai ferri corti tra Regione e Comuni sulla spinosa vicenda dei rifiuti. E non soltanto per i notevoli ritardi accumulati nei pagamenti dei gestori degli impianti da parte di alcuni Ato. L'emergenza che potrebbe aprirsi da qui a breve è infatti tutta giocata sulla disponibilità o meno dei Comuni di individuare e creare nuove discariche, di cui la Calabria è totalmente priva. Lo dice senza mezzi termini l'assessore all'Ambiente Antonella Rizzo: «Noi abbiamo individuato nel piano regionale dei rifiuti, approvato nel 2016, una mappa con i siti in cui dovevano essere realizzate le discariche a servizio degli impianti. Molte popolazioni non hanno voluto queste discariche probabilmente perchè non si è capito che non sarebbero servite per lo smaltimento del tal quale, così come avveniva in precedenza, ma per gli scarti di lavorazione».

Il No dei comuni 

Insomma le discariche sulla carta ci sarebbero pure ma i Comuni si rifiutano di autorizzarle e l'immondizia continua ad inondare il sito privato crotonese, gestito dal gruppo Vrenna, che tra qualche mese chiuderà per saturazione. «Abbiamo Lamezia Terme, ad esempio, dove la discarica può essere ampliata; il sito di Cassano allo Ionio è stato individuato dall'Ato Cosenza; Crotone credo che sia la provincia che ha dimostrato disponibilità nei confronti di tutta la Calabria. Ma abbiamo anche la discarica di Alli, di Melicuccà, di Motta San Giovanni; le discariche ci potrebbero essere e se le stesse fossero gestite direttamente degli Ato costerebbero anche molto meno rispetto a quella privata». 

 

 

Luana Costa