«Sarò a Roma presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica per discutere della bonifica degli ex siti industriali, dobbiamo dire basta. Basta alla multinazionale Eni e a tutti coloro che pensano di poter fare un bonifica al ribasso. Non l’accetterò mai, come ho anche ribadito nel recente Consiglio Comunale». Scriveva il 30 aprile scorso il sindaco Crotone Vincenzo Voce che ha anche diramato a supporto un video social oltre al comunicato prima di partire oggi per la capitale.

Un intervento ribadito ieri quello del sindaco che ha appunto prima infiammato il Consiglio comunale, con le opposizioni che lo hanno tacciato di aver cambiato più di una volta posizioni e pareri sulla volontà del colosso di Stato di non voler più portare i rifiuti fuori regione come previsto oramai per legge. Oggi risponde anche il comitato “Fuori i veleni, Crotone vuole vivere”, che oramai è vero e proprio contraltare bipartisan in città nel dare informazioni e voce alla città di Pitagora sul tema della bonifica dei siti industriali avendo tra i sottoscrittori anche sei consiglieri comunali.

L’intervento del Comitato, che si è avvalso delle parole anche dell’ex governatore regionale Mario Oliverio, è nuovamente forte anche alla luce dell’ultima novità lanciata dal primo cittadino Voce che nel suo comunicato infatti ha rilanciato: «Tutti chiedono di portare i rifiuti fuori regione, così come è previsto dalla Conferenza dei Servizi decisoria del 24 ottobre 2019 - poi ribadita appunto ai tavoli ministeriali oggi riconvocati da Eni, rammenta Voce - su questo argomento la città è compatta. Ed allora, sulla base di questo intendimento comune, faccio una cosa in più: chiedo alla società Sovreco, i cui titolari sono crotonesi, di non accettare quei rifiuti».

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Il sindaco riprende anche la sua personalissima visione delle opportunità relative al rapporto specifico con la Regione Calabria, cosa che aveva anticipato nello speciale Dentro la notizia che il nostro network aveva dedicato al tema: «Tutti debbono concorrere a sostenere la nostra linea che è quella di una bonifica reale e non al ribasso come intende imporre Eni - sostiene oggi il sindaco - su questo percorso siamo compatti con Provincia e Regione. Chiederò inoltre che siano rivalutati i costi della bonifica ed alla Regione Calabria rinnoverò l’invito ad escutere la polizza fideiussoria emessa da Eni. Ed allora la bonifica la faremo noi, una bonifica vera nell’interesse della nostra città, della tutela della salute dei cittadini».

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E la risposta immediata del Comitato non si è fatta attendere proprio mentre l’incontro a Roma si sta consumando: «Le ultime dichiarazioni del sindaco Voce, circa la netta opposizione che esprimerà alla richiesta di Eni di rimuovere il vincolo per lasciare i veleni a Crotone richiedono coerenza - precisa il Comitato - in occasione della Conferenza dei Servizi di oggi 3 maggio, bisogna subito chiedere ad Eni conto dei gravi ritardi sulla bonifica annunciando la volontà del Comune di Crotone di costituirsi in sede giudiziaria per omessa bonifica». E questa posizione già affrontata dal Comitato viene oggi ribadita anche nei confronti degli altri enti territoriali a partire da quello del presidente Occhiuto: «Su questa proposta è opportuno  chiamare ad assumere iniziativa comune anche la Provincia di Crotone, che in tal senso avrebbe dovuto svolgere un ruolo di vigilanza, e la Regione nel rispetto del deliberato del Consiglio Regionale del 22 Giugno 2023 (mozione n°58) che impegna il Presidente Occhiuto a "contrastare anche in sede giudiziaria il tentativo dell'Eni di stravolgere il deliberato della Conferenza dei servizi" del 24 ottobre 2019».

Il Comitato tiene dunque a specificare come “le giravolte" del sindaco (così letteralmente definite) siano la nota politica dolente di un territorio disorientato: «Molti di noi aderenti al Comitato "Fuori i veleni. Crotone deve vivere" sono stati convinti sostenitori ed elettori del sindaco Voce. Lo hanno fatto per affermare una linea chiara a difesa della città ed a tutela della salute dei cittadini». Rilanciando in ultimo rispetto ai rapporti con il colosso di Stato: «Purtroppo ci siamo sentiti traditi dalle giravolte del sindaco dopo la sua elezione. Per questo di fronte al tentativo di Eni, non contrastato dalle Istituzioni preposte, abbiamo dato vita e aderito al Comitato aperto e trasversale a difesa della città. Crotone non può e non deve subire un inganno che sarebbe la condanna a morte del suo futuro».