Dopo l’annuncio di Eni sull’individuazione di quattro siti all’estero, interviene il commissario straordinario per il Sin: «Anche se rimangono qui non è la fine del mondo, i cittadini non si irrigidiscano. Del resto non lo fanno quando gli scarti arrivano dal resto d’Italia»
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«Eni ha attivato le procedure per ottenere le autorizzazioni dagli Stati di destinazione e transito per conferire i rifiuti pericolosi in Germania e Svezia. I tempi sono però lunghi e non è escluso che una minima parte di rifiuti possa restare nella discarica di Crotone». Lo ha detto il commissario straordinario per il Sin di Crotone Emilio Errigo, a margine di un incontro sul tema della bonifica organizzato alla Camera di commercio. Eni Rewind nei giorni scorsi aveva comunicato di aver individuato quattro discariche all'estero dove poter smaltire i rifiuti pericolosi presenti nell'area industriale di Crotone.
«C'è un regolamento dell'Unione Europea, il 1157 del 2004 - ha detto -, che limita, a partire dal 2006, il conferimento di rifiuti degli Stati europei e sottopone a condizione sine qua non l'indisponibilità dello Stato di provenienza di avere discariche analoghe sul proprio territorio. Al momento per questi rifiuti della bonifica in Italia l'unica discarica che è in via di saturazione si trova nella regione Calabria, nel momento in cui in Italia va in crisi di disponibilità di discariche per rifiuti pericolosi automaticamente non avendo disponibilità sul territorio nazionale di discariche i rifiuti pericolosi possono essere trasferiti in territorio estero. Normalmente gli Stati, di transito e di confinamento, devono dare l'ok. Ora noi ci auguriamo che tutti i rifiuti di Crotone, sia quelli naturalmente pericolosi, sia quelli pericolosi con tenorm e amianto, vadano fuori dal territorio crotonese e regionale, ma anche quello nazionale se possibile».
«Dobbiamo essere altrettanto chiari con i cittadini di Crotone - ha detto ancora Errigo - io prevedo che una minima parte di rifiuti dovranno essere, gioco forza conferiti a Crotone. Se in questo lasso di tempo, Crotone non è stata già colmata dai rifiuti che provengono da tutt'Italia o da altre località della Regione Calabria. Perché innanzitutto il decreto 1 agosto 2024 non esclude questa possibilità. Secondo perché i tempi tecnici occorrenti affinché si formalizzi l'istruttoria per il trasferimento transfrontaliero dei rifiuti è molto lungo, può andare da 4 a 10 mesi. Siccome loro a gennaio iniziano, ovviamente se trovano rifiuti che devono prima stoccare in deposito temporaneo, poi qualche tonnellata, non sicuramente superiore alle quantità che arrivano periodicamente a Crotone, dovranno restare qui».
«Quindi - ha concluso Errigo - se la discarica di Crotone riceve anche un po' di rifiuti pericolosi non penso che sia la fine del mondo. E nemmeno i crotonesi devono irrigidirsi, perché così come non si irrigidiscono quando ricevono i rifiuti da tutta Italia, non lo devono fare nemmeno quando ricevono i rifiuti di casa propria».