Prosegue l’accerchiamento politico istituzionale trasversale attorno alla lotta per la bonifica a Crotone, che cerca di coinvolgere il popolo crotonese nella distanza abissale tra il sentimento di depressione rispetto alla sempre declamata tematica ambientale ed il nulla di fatto dal colosso di Stato Eni su uno dei pezzi di costa più belli dell’intero Mediterraneo, che costituisce una emergenza sanitaria “declamata” dalla presenza delle ex fabbriche in quella che era conosciuta, fino agli anni ’70, come la Milano del Sud.

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Dopo le iniziative del trasversale Comitato fuori i veleni e la contestuale diffida del Pd assieme a Italia Viva ed Arci, sono arrivate la conferenza stampa del Pd regionale a Crotone che ha presentato la mozione che arriverà in Consiglio regionale con lo scopo di bloccare le mosse di Eni Rewind prima della conferenza stampa decisoria e l’interpellanza di Angelo Bonelli che ha presentato  al ministro dell'Ambiente sul tentativo di Eni Rewind, attraverso l'avvio di una nuova Conferenza dei servizi, di far rimuovere il vincolo che la obbliga a portare fuori dalla regione Calabria i rifiuti pericolosi derivanti dalla bonifica del Pob Fase 2 così da lasciarli a Crotone.

Iniziativa, quest’ultima, “sollecitata” dal Comitato e che ha fatto seguito alla lettera che era stata mandata, sempre dal Comitato composto anche da sei consiglieri comunali, al presidente della Giunta regionale Roberto Occhiuto, al presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, alla Giunta regionale e, per conoscenza, a tutti i consiglieri regionali. Impressionante, proprio da questa missiva, poter “apprezzare” plasticamente come l’emergenza ambientale a Crotone vada anche oltre la bonifica del Sin. Il Comitato infatti mette in fila la dislocazione a Crotone, nel raggio di 10 Km, di 3 impianti di biomasse (Crotone, Cutro e Strongoli), 1 centrale turbogas (località Santa Domenica di Scandale), 1 termovalorizzatore per rifiuti ospedalieri e fanghi di depurazione, 1 impianto di discarica per lo smaltimento dei rifiuti non pericolosi (Sovreco S.p.A.), 1 impianto di discarica per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi e non (Sovreco S.p.A.),.1 Tmb (Trattamento biologico meccanico) per rifiuti indifferenziati in località Ponticelli, 1 impianto di discarica comunale Rsu dismessa di località Farina, 4 piattaforme a mare per l’estrazione del gas metano (di proprietà Eni), 31 pozzi attivi a mare per l’estrazione del gas metano (di proprietà Eni), 9 pozzi attivi sulla terraferma del promontorio di Capocolonna (di proprietà Eni), 2 impianti di raffinazione del gas estratto a Crotone (di proprietà Eni), 1 procedura di Via in corso presso il Ministero per realizzare un rigassificatore in località Passovecchio (A2A).

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Non si conoscessero i “delicati” rapporti già tra Mario Oliverio, ispiratore mediatico tecnico del Comitato, e lo stesso Pd, ci sarebbe da pensare che tutto questo materiale e le iniziative stesse ai gazebo in città che continuano a raccogliere firme che, assieme a quelle on line, hanno oramai superato le 5000 adesioni, siano congiuntamente pensate per dare appunto forza alla mozione in Consiglio regionale, presentata da Domenico Bevacqua, insieme al segretario di federazione, Leo Barberio, all’avvocato Francesco Pitaro ed al capogruppo consiliare del Pd, Andrea Devona.

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E se la mossa del Partito Democratico presentata nella sede della federazione di Crotone mira a bloccare il nuovo piano dei rifiuti, nelle cui falle Eni Rewind potrebbe infilarsi per far eliminare il vincolo Paur che la obbliga a smaltire fuori dalla Calabria i rifiuti della bonifica industriale del Sin di Crotone, oggi l’interpellanza di Bonelli mira a spostare anche a Roma la discussione prima della nuova riunione della Conferenza dei servizi fissata per il prossimo 17 giugno. Così come appaiono più credibili i dubbi sull’efficacia dell’azione del commissario Errigo che proprio al Ministero dell’Ambiente, retto dal già senatore di Forza Italia Gilberto Pichetto Fratin, sugli equilibri incrociati alle convinzioni di Fratelli d’Italia e Lega Nord danno in discussione, non solo elettorale, cariche e strategie energetiche ed infrastrutturali soprattutto nel Mezzogiorno dove il partito del presidente Occhiuto rischia di “spadroneggiare”.

Che a cavallo tra i risultati alle Europee e la Conferenza di servizi che deciderà di interessi così forti di Eni ed anche di A2A (che è bene rammentare abbia tra gli azionisti la città di Milano e quella di Brescia) possano arrivare decisioni politiche ed istituzionali che non si giocano certo solo a Crotone ed in Calabria, se ne sono certamente resi conto la consigliera comunale di FdI Annamaria Cantafora assieme ai dirigenti storici come Stano Zurlo e Stelvio Marini che compongono infatti il Comitato Fuori i veleni senza alcun imbarazzo.