Presa di posizione

Bonifica Crotone, il Comitato: «La Regione non modifichi il vincolo che obbliga a portare i rifiuti fuori dalla Calabria»

Nei giorni scorsi Eni Rewind avrebbe chiesto di modificare il Paur. Il sodalizio Fuori i veleni: «In questo modo irreversibile il danno per la Città». E intanto annuncia una manifestazione

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di Redazione Cronaca
10 settembre 2024
15:14

«Occhiuto non modifichi il Paur»: è la richiesta del Comitato Fuori i veleni che chiede che, nell'ambito della bonifica di Crotone, i rifiuti siano smaltiti fuori dalla Calabria. «In parole semplici – scrive il Comitato - ENI Rewind ha chiesto in maniera perentoria alla massima Istituzione pubblica regionale, l'emissione di un provvedimento per rimuovere il vincolo che la obbliga a portare i rifiuti avvelenati del sito ex Pertusola fuori dalla Calabria. Roba che non si verifica in nessun Paese del mondo, nemmeno in un Paese del terzo mondo».

«Tralasciando le motivazioni del ricorso avverso il Decreto Ministeriale del 1° agosto scorso annunciato dalla Regione, che in verità non ha affatto brillato nel procedimento della Conferenza di Servizi, così come la Provincia ed il Comune, ma, che una società privata, sia pure Eni Rewind, possa con arroganza e prepotenza pensare di imporre la sua volontà ad un’Istituzione pubblica non solo non è concepibile ma è anche indicativo di un rapporto distorto tra settori della politica, degli apparati pubblici e il potere economico».


Per il Comitato «ENI Rewind è stata "graziata" colpevolmente ed illegittimamente da un Decreto a firma di un dirigente del Ministero dell'Ambiente, che evidentemente ha preferito ascoltare le indicazioni della multinazionale, piuttosto che i pareri tecnico scientifici di Istituti competenti e di ricerca, come ISIN, ARPACAL, ISPRA, Istituto Superiore della Sanità, tutti fortemente critici sulla bonifica proposta da Eni Rewind, sul ritardo ingiustificato dell'avvio dei lavori, sul parziale scouting delle discariche disponibili, sulla qualità e quantità dei rifiuti pericolosi, sul rispetto dei vincoli del d.lgs 101/2020 sulla radioprotezione, sui rischi per la popolazione e per coloro che sono chiamati ad operare, etc.

Si è preferito prestare l'orecchio al canto delle sirene di ENI piuttosto che tenere conto dei pareri scientifici e delle garanzie a tutela della salute e della vita dei cittadini e del territorio.

Oggi, - si legge ancora nella nota - ENI Rewind, a costi notevolmente stracciati e con risparmio di quasi due miliardi di euro (quantificati nel 2012 da ISPRA), viene legittimata a lasciare i veleni a Crotone determinando in modo irreversibile un danno incalcolabile per la Città con conseguenti gravi rischi per la popolazione. Una situazione che merita un'immediata risposta da parte delle Istituzioni, la cui ambiguità purtroppo ha di fatto favorito ENI».

Il Comitato ricorda poi «le parole della vice Ministra Vannia Gava secondo cui il Presidente Occhiuto ha espresso il suo accordo perché i rifiuti restassero a Crotone. Insomma era tutto concordato con la Regione, come affermato dalla vice Ministra e prima ancora dal Presidente della Conferenza dei Servizi, scritto nero su bianco nel verbale del Conferenza dei Servizi di giugno 2024. Quindi anche la Regione Calabria, con il coinvolgimento attivo del Comune e della Provincia di Crotone, ha di fatto consentito la decisione di lasciare i veleni nella nostra città, nonostante il gravissimo allarme lanciato dal Rapporto Epidemiologico “Sentieri 2023” che certifica l'eccesso di mortalità in città per cause eziologicamente legate all'inquinamento lasciato dalle fabbriche».

Per il sodalizio «l'ultimo ostacolo ai piani di Eni Rewind rimane il Paur del quale chiede la modifica per abbattere così l’ultima barriera amministrativa e giuridica a difesa della città ed a tutela della salute dei cittadini. Le Istituzioni, a partire dalla Regione Calabria, con il presidente Occhiuto, hanno il dovere morale e civico, prima ancora che politico, di impedire un disegno scellerato in barba ai basilari principi costituzionali e democratici. Il potere di modifica del Paur,  assunto dalla Regione Calabria il 2 agosto 2019, è esclusivamente competenza della Regione. Il Decreto del DG ministeriale è incostituzionale ed Occhiuto ne deve chiedere la revoca in tempi brevissimi, altrimenti deve impugnarlo per incostituzionalità. Occhiuto mantenga il Paur e quindi l'obbligo a Eni Rewind di portare fuori dalla Calabria i veleni, supportato dalle relazioni tecnico scientifiche presentate alla Conferenza dei Servizi.  Il Consiglio Regionale proceda in tempi brevi a  modificare il Piano dei Rifiuti approvato lo scorso 12 Marzo  che di fatto ha consentito ad Eni Rewind di realizzare i suoi obiettivi e ad altri soggetti imprenditoriali di realizzare impianti e magari nuove megadiscariche a danno del nostro territorio. Le forze politiche mettano da parte logiche di appartenenza e scendano in campo unite nell'interesse della città di Crotone.  Le organizzazioni sindacali e professionali, la rete delle associazioni assumano le iniziative necessarie a contrastare il disegno  scellerato di Eni Rewind. Un accorato appello sentiamo di rivolgere ai giovani affinché scendano in piazza per impedire che il futuro della città di Pitagora venga offuscato e compromesso da calcoli e da interessi di grandi lobby economiche sulla pelle della nostra comunità. Insieme lavoriamo ad una grande manifestazione popolare».

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