Realizzare una discarica pubblica, dedicata ai rifiuti pericolosi di Crotone, senza altri inserimenti. Farla progettare e costruire a carico e in danno di chi ha creato l’attuale situazione, e farla gestire dalla Regione, sotto la sorveglianza e la sovraintendenza del commissario di governo.

È questa la proposta del commissario straordinario di Governo con delega al coordinamento promozione, accelerazione e realizzazione degli interventi di bonifica e riparazione del danno ambientale nel sito contaminato di interesse nazionale di Crotone, Cassano e Cerchiara di Calabria. Emilio Errigo l’ha esposta di fronte la IV Commissione consiliare regionale Ambiente e assetto del territorio, dove questa mattina è stato audito per più di due ore in merito allo stallo che sta caratterizzando le operazioni di bonifica finalmente riavviate dallo stesso, ma arrivate all’imbuto del conferimento dei rifiuti tossici e meno tossici.

Una eventualità da mettere in campo nel caso in cui non si dovessero trovare, né in Italia né all'estero, discariche disponibili ad accogliere i rifiuti crotonesi. Anche perché il paradosso è che la discarica di Crotone non è stata indicata come atta allo stoccaggio dei rifiuti dell’operazione di bonifica, ma continua a ricevere quelli (tossici e non) del resto del Paese.

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«È chiaro che da qualche parte questi rifiuti li dobbiamo mettere – sbotta ai microfoni del nostro network il commissario Errigo -. Non è che li possiamo lasciare altri trent'anni a due passi dal mare, perché ormai si è superato ogni limite, e dopo di questo c'è solo la vergogna nazionale e internazionale. Perché non si può pensare di fare arrivare nella discarica presente a Crotone rifiuti da ogni parte d'Italia e poi vietare il conferimento dei rifiuti che giacciono da circa trent'anni, praticamente da quando sono stati autorizzati. Bisogna essere pure coerenti, anche coi comportamenti, e non incoerenti o irragionevoli o illogici».

È risoluto, chiaro e limpido il ragionamento del commissario Errigo che quando si è sentito dire dagli enti competenti che non si era trovata una discarica adatta, si è rivolto ai militari dell’Arma - «più per scrupolo che per altro» sottolinea – per averne la certezza. La sua è quindi una proposta che viene prima di tutto da un uomo innamorato della propria terra e più in generale dell’ambiente, che vede nella risoluzione del disastro ambientale di Crotone anche il punto di ripartenza non solo per la città pitagorica, ma dell’intera regione.

«Però – aggiunge Errigo - questa non è una decisione che voglio prendere manu militari, prerogativa a cui potrei ricorrere in caso di necessità e urgenza, ma vorrei che fosse una scelta condivisa con tutte le forze politiche, perché la Calabria non è solo mia, la Calabria è di tutti. Alla salute ci dobbiamo pensare tutti. Lo dobbiamo soprattutto all'ambiente di Crotone, che merita attenzione più di quanto ce n'è stata fino adesso da ogni parte politica».

Valori condivisi

Se la proposta di Errigo troverà terreno fertile tra le forze politiche o se si scontrerà con il Piano rifiuti regionale improntato all’imperativo «zero discariche», lo vedremo presto. Di certo c’è però che il commissario è uscito soddisfatto da Palazzo Campanella. Glielo si legge negli occhi e lo si comprende dalle sue parole.

«L'audizione è stata molto importante, perché abbiamo ottenuto l'attenzione di tutte le forze politiche e partitiche della maggioranza e dell'opposizione. Tutti hanno ravvisato che l'ambiente non appartiene né a destra né a sinistra e che il bene salute non è uomo o donna, ma appartiene a tutti e che l'amore per la nostra Calabria non appartiene al singolo ma appartiene alla collettività. Quindi questi valori di identità calabra devono anche sorreggere l'iniziativa collettiva, comune, per portare a termine l'operazione di rinascita di Crotone».

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Si, perché Crotone – ha argomentato il Commissario - ha sofferto molto le conseguenze delle industrializzazioni pesanti, inquinanti e contaminanti con persone che hanno subito quelle conseguenze, sviluppando patologie tumorali e dannose e anche con casi di malformazione genetica. «Noi abbiamo il dovere di restituire una Crotone migliore ai crotonesi e alla Calabria. Una Crotone nuova, più giusta e più onesta, nel rispetto di quelli che sono non solo i valori costituzionali ma quelli che sono i valori umani perché non si può pensare che il diritto all'ambiente salubre o il diritto dell'ambiente decontaminato sia di proprietà di chi non ha inquinato e comunque adesso se ne deve fare carico».

Poco importa al generale se si tratti di Edison, Eni, e così via. Tutti ne devono rispondere.     

Bonifica da 65 milioni, basteranno?

Il merito riconosciuto al commissario Errigo è quello di aver ripreso in mano quella matassa abbandonata per anni. «Quando mi sono insediato ho trovato il blocco totale e quando ho assunto l'incarico il 14 settembre del 2023 la prima cosa che ho fatto ho chiesto conto e ragione alle società che avevano il compito di bonificare perché non hanno bonificato. E loro hanno detto che c'erano queste difficoltà. Comunque, al di là di quello che deve fare Edison o Eni, io ho detto ma io cosa devo fare? E mi sono reso conto che io avrei dovuto entro sei mesi predisporre il piano degli interventi che il Dpcm di nomina prevede, e ho lavorato notte e giorno pur di realizzarlo con le collaborazioni di cui mi avvalgo».

Il commissario si riferisce a Sogesid, che è la società di ingegneria ambientale in house del ministero dell'Ambiente e del ministero delle Infrastrutture e Trasporti, con Ispra che è l'Istituto superiore di ricerca e protezione ambientale che rientra nel campo del sistema nazionale di protezione dell'ambiente e Arpacal con cui ha stipulato un protocollo d'intesa per iniziare a redigere questo piano degli interventi.

«Abbiamo redatto questo piano degli interventi e io impiegherò 65 milioni che ho in cassa che comunque già non sono tanti, magari non sono sufficienti, ma intanto partiremo con quello che dobbiamo fare noi: cioè bonificare, comunque mettere in sicurezza, oppure accertare se esistono delle aree ancora contaminate o quelle aree non sono più contaminate e quindi bisogna deperimetrarle, cioè toglierle dal perimetro del Sin che, ricordo a tutti, era originariamente 830 ettari a terra, di cui una parte a Cassano e Cerchiara e una parte a Crotone, per 530 ettari. A mare a Crotone, ce ne stanno 1448 ettari, di cui 132 ettari di Porto che comunque sono contaminate. Dobbiamo verificare attraverso delle attualizzazioni di caratterizzazione se queste aree ancora sono contaminate e vanno caratterizzate oppure occorre intervenire diversamente».

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Per Errigo, Eni ed Edison faranno la loro parte - «anche perché – aggiunge - le mie risorse derivano da una sentenza del Tribunale di Milano del 2012, invece l'obbligo di Eni ed Edison si riferisce esclusivamente a quelli che sono gli obblighi derivanti dalle proprietà del territorio contaminato» - ma un’attenzione particolare va data anche ai cosiddetti Cic -  conglomerato idraulico catalizzato – termine usato per definire il materiale ottenuto recuperando scorie siderurgiche, polveri ed altri rifiuti di acciaieria, usualmente utilizzato per sottofondi stradali o per altro materiale utilizzato in edilizia.

«Dobbiamo cercare di risolvere il problema nel rispetto di ognuno. Non dobbiamo litigare con nessuno, dobbiamo applicare la legge e il buon senso. Io ho trovato massima collaborazione da Eni, da Edison e da tutti. Io non trovo divergenze caratteriali o di intendimento. Anzi trovo concordia di raggiungimento. Trovo cooperazione da destra da sinistra e da centro e trovo una bella collaborazione anche con la Regione Calabria, con la Provincia e con il Comune di Crotone. Non sto trovando ostruzionismo, sto trovando come in ogni buona famiglia delle idee magari diverse dalla mia, però il fatto che ci sia qualcuno che la pensi in modo diverso da come lo posso pensare io a me aiuta tanto, perché mi fanno ragionare e non commettere errori nel processo decisionale».