Marcello Manna medita di lasciare la presidenza dell’Ato Cosenza. Il suo annuncio è a mezza strada tra l’ultimatum e la dichiarazione di fallimento della sua gestione.

La partita più importante

Costituito nel settembre del 2018, l’organismo non ha ancora vinto la sua partita più importante: quella di mettere in cantiere l’impiantistica per rendere autonoma la provincia sotto il profilo della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. Anzi, si può dire che la partita non l’ha neppure ancora disputata.

Fiumi di parole

Questi mesi si sono dispersi in fiumi di discussioni sterili, attacchi incrociati, campanilismi, disponibilità manifestate e ritirate. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: nei centri più popolosi, come Corigliano-Rossano, Acri e lo stesso capoluogo bruzio, la spazzatura campeggia agli angoli delle strade, mandando su tutte le furie i cittadini.

Botte piena e moglie ubriaca

Ma anche loro, i cittadini, quelli che si lamentano perché la politica non decide, hanno la loro fetta di responsabilità. Vorrebbero la botte piena e la moglie ubriaca. Si riempiono la bocca degli esempi virtuosi della Scandinavia, ma anche del Trentino e della Lombardia, tanto per non andare troppo lontano, dove la spazzatura produce energia e ricchezza per il territorio. Ma quando un sindaco prospetta loro la possibilità di ospitare questo genere di impianti, con tutti i relativi vantaggi, dalle royalties ai posti di lavoro, allora non esitano ad aspettarlo sotto casa con i forconi.

Da Morano a Mendicino

È successo qualche tempo fa a Morano e sta succedendo di nuovo a Mendicino. Nel corso degli ultimi incontri Antonio Palermo, giovane sindaco del comune delle serre cosentine, ha lanciato la candidatura del suo comune sia pure in maniera provocatoria, perché consapevole di non disporre di spazi idonei alla realizzazione dell’ecodistretto. Ma tanto è bastato per scatenare le ire della sua gente e, naturalmente, quella scontata dell’opposizione consiliare.

Che fine ha fatto il commissario ad acta?

Anche per questo, l’assemblea ha traccheggiato a lungo, scegliendo di non scegliere e trasferendo la competenza, o forse sarebbe meglio dire scaricando la responsabilità della scelta del luogo migliore in cui edificare l’infrastruttura, ad un commissario ad acta nominato dalla Regione: Ida Cozza. Della quale però si sono perse le tracce.

Il sistema rifiuti

Nel frattempo si cerca di superare l’emergenza. Ecco com’è ad oggi organizzato il sistema rifiuti: attualmente i 150 comuni del cosentino smaltiscono la frazione organica e quella indifferenziata nell’impianto pubblico di Bucita, dove scaricano circa 40 comuni, ed in quello privato di Calabra Maceri, a Rende, dove giungono invece i camion del servizio di raccolta dei restanti 110 comuni. Dopo il trattamento, gli scarti sono veicolati in parte al termovalorizzatore di Gioia Tauro, che però solitamente un giorno è in manutenzione e l’altro pure, e in parte nelle discariche di San Giovanni in Fiore, gestita dal Consorzio Valle Crati, e di Cassano, riaperta con ordinanza regionale ed affidata a Calabra Maceri.

Il braccio di ferro

Con il Consorzio Valle Crati però, da qualche tempo è in atto un vero e proprio braccio di ferro. Il Consorzio è un ente pubblico, per cui dovrebbe applicare una tariffa per il servizio offerto, pari alla copertura dei costi di funzionamento dell’impianto. Senza margine di guadagno. Il contratto proposto fissa tale tariffa a 75 euro a tonnellata. Troppi secondo l’Ato Cosenza, anche in confronto al prezzo applicato dal privato gestore di Cassano, inferiore a 35 euro. Per questo l’Ato Cosenza non ha ancora sottoscritto il contratto. Lo farà soltanto con l’adozione delle opportune modifiche al prezzo richiesto.

Papasso: «Dateci una priorità»

Per quanto concerne invece la discarica di Cassano, il sindaco Gianni Papasso ha chiesto all’assemblea dell’Ambito Territoriale Ottimale, il riconoscimento di una royalty per il suo comune di circa 7 euro a tonnellata e la priorità nel conferimento dei rifiuti raccolti nel suo territorio, negli impianti di trattamento. Anche perché molti sindaci continuano a lamentare il fatto che i loro mezzi vengono spesso respinti ai cancelli di Calabra Maceri, oppure messi in attesa per ore, nonostante siano in regola con i pagamenti delle quote.

La diatriba tra Occhiuto e Pellegrino

Questa è un’altra diatriba ancora in essere, che nelle ultime settimane ha visto spesso contrapposti Crescenzo Pellegrino ed il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, il quale sostiene che il titolare dell’impianto rendese adotti una corsia preferenziale per smaltire la spazzatura proveniente dai comuni in cui Calabra Maceri opera anche il servizio di raccolta.

Tributi sospesi

Ad ogni modo, finché l’Ato non si doterà di un proprio ecodistretto, dalle prestazioni di Calabra Maceri non si può prescindere. Per questo, con ogni probabilità, il contratto con l’impianto privato sarà prorogato per altri sei mesi. Anche se, con la sospensione della Tari disposta in seguito all’emergenza coronavirus, le amministrazioni non sanno dove andare a prendere i soldi per pagare il servizio.