L’ultimatum all’Ato Cosenza affinché individuasse entro dieci giorni i siti in cui costruire l’ecodistretto e realizzare le relative discariche di servizio, risale al settembre 2019, quasi due anni fa. Ed era stato lanciato attraverso una ordinanza contingibile e urgente del presidente della giunta regionale Mario Oliverio, dopo aver valutato l’inerzia dell’assemblea dei sindaci rispetto a quanto previsto dal Piano regionale di gestione dei rifiuti in merito alle azioni ed agli interventi infrastrutturali da mettere in campo per rendere i territori autonomi sulla raccolta e il corretto smaltimento dei rifiuti.

Studio completato da otto mesi

Trascorsi invano i termini di quel provvedimento, l’Ato è stato in effetti commissariato nel successivo mese di dicembre del 2019 e l’incarico di individuare l’area più adeguata per ospitare gli impianti previsti è stato conferito a Ida Cozza, di professione ingegnere, già funzionario del Dipartimento ambiente e territorio della Regione. Tale incarico, decaduto con l’elezione a presidente di Jole Santelli, nel gennaio del 2020, è stato poi riconfermato nel mese di maggio. Ed il 30 novembre del 2020 lo studio è giunto a compimento, con l’indicazione della zona potenzialmente idonea e opportuna, localizzata nei pressi dello svincolo autostradale di Altilia, nel comune di Grimaldi.

I criteri di selezione

Il processo di selezione, si legge nella relazione redatta dal funzionario incaricato, ha avuto come obiettivi quelli di massimizzare la rispondenza del sito alle caratteristiche richieste dal tipo di impianto e di minimizzare gli impatti sul contesto ambientale. Tra i criteri adottati anche la prossimità del più importante asse viario della regione, l’Autostrada del Mediterraneo, per limitare l’interferenza sulle comunità del traffico derivato dal conferimento dei rifiuti. Si è poi tenuto conto della bassa densità abitativa.

La determina ignorata

Insomma, il commissario ha servito su un piatto d’argento all’Ato la soluzione del problema. Una soluzione certamente di prospettiva, poiché le procedure di realizzazione delle infrastrutture richiedono tempi stimati in circa tre anni. Ma almeno questo studio ha posto un punto fermo dal quale inaugurare il percorso verso la costruzione di un virtuoso circuito di gestione del ciclo dei rifiuti, fuori dall’emergenza. Peraltro, la determina sottoscritta da Ida Cozza dovrebbe essere vincolante per l’Ato, essendo l’organismo svuotato dai poteri decisori sull’allocazione dell’ecodistretto proprio perché commissariato.

Soluzioni impraticabili

Non è chiaro allora per quale motivo questa indicazione sia stata disattesa. A quanto pare non sarebbe neppure transitata dall’Assemblea, ma solo dall’ufficio di presidenza. Nel frattempo si continuano a mettere sul piatto soluzioni impraticabili, come quella di Villapiana, senza nessun tipo di studio preventivo sulla fattibilità, mettendo in subbuglio le comunità locali mentre la spazzatura si accumula ed i costi per smaltirla fuori regione diventano insostenibili.