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“Ritardi, negligenze e mancanza di una seria programmazione, hanno reso la Calabria un "colabrodo malconcio" che espone a rischio l'incolumità dei suoi stessi abitanti e, peraltro, rallenta anche le economie locali, già di per sé povere”. Il giudizio, ruvido ma lucido, è quello dell’ordine regionale dei geologi espresso dal presidente Francesco Fragale soddisfatto dal modo in cui rapidamente è stato deliberato lo stato di emergenza per le alluvioni della zona ionica nel cosentino, ma allo stesso preoccupato dal modus operandi tipico del Bel Paese: interventi solo al momento delle tragedie, prevenzione zero, così come spesso poco si lavora sulla sensibilizzazione.
Eppure, rimarca Fragale, il nostro territorio è fragile, notoriamente esposto al rischio idrogeologico. “Non si può più perdere tempo: bisogna investire nella prevenzione in una regione in cui nessuno dei 409 comuni rimane al di fuori del problema - avverte allora il geologo - non è più plausibile rimanere impreparati dinanzi al verificarsi di tali fenomeni. Come Ordine dei Geologi non ci stancheremo mai di dire che la pianificazione organica e la manutenzione accurata del territorio rappresentano la strategia di base per contrastare le criticità idrogeologiche – continua Fragale - come non si può prescindere dalla sensibilizzazione della collettività rispetto ai rischi territoriali e alle procedure di protezione civile. Ricordiamoci che l'educazione ai rischi rappresenta il primo passo verso la prevenzione».