VIDEO | Arrivano a causa delle correnti o dei trasporti marittimi. Il biologo Greco: «Alcune sono ormai commerciali, altri organismi possono invece essere nocivi»
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Provengono dal Pacifico o dall'Atlantico, superando, grazie alle correnti o ai trasporti marittimi, stretti e canali. Sono le specie aliene che ormai sono entrate nell'ecosistema del mar Mediterraneo. Alcune non provocano alcun pericolo, altre invece possono nuocere all'uomo.
«Registriamo circa 280 specie aliene – spiega Silvio Greco, direttore della Stazione zoologica Anthon Dhorn -. si tratta di pesci e crostacei che normalmente non vivono nel mar Mediterraneo, ma che provengono da due punti di ingresso, lo stretto di Gibilterra e il canale di Suez», chiarisce lo scienziato di fama internazionale. E se per la maggior parte delle specie, gli esperti sono riusciti a risalire alla provenienza, ce ne sono 80 definite criptiche: «Vale a dire che non sappiamo da dove sono arrivate».
C’è poi un terzo "canale" di ingresso, spiega Greco: «Alcune specie aliene arrivano con le acque di zavorra delle navi. Quando un’ imbarcazione parte dal Giappone oppure dal Vietnam, le stive sono cariche di acqua di mare che serve a stabilizzarla. Una volta giunta ai porti di Gioia Tauro o a quello di Livorno, l’acqua, insieme a piccoli quantitativi di uova, pesci e molluschi finisce direttamente nel mare.
Alcune di queste specie – continua Silvio Greco, già assessore regionale all’Ambiente -, sono divenute commerciali come il Penaeus Aztecus Ives, un gamberone simile alla nostra mazzancolla». Fin qui le specie utili, o non dannose. Perché «ci sono pure organismi nocivi», avverte Greco che cita lo «Stereopsis Ovate, una specie di alga che arriva dal Giappone e che produce un gas che se inalato provoca malessere. Dannosa alla salute – aggiunge - è anche la Caravella portoghese, che sembra medusa, anche se non lo è, già avvistata nei nostri mari, ma in piccole quantità. Ecco perché – rassicura Greco – non dobbiamo avere alcun timore». Tra gli avvistamenti nel mar Mediterraneo, il Pesce scorpione, «ma nessun incidente si è registrato fino ad oggi».
L’esperto tranquillizza e conclude: «Godiamoci tranquillamente il nostro mare e ricordiamoci che fornisce il 50% dell’ossigeno che respiriamo. Anche per questa ragione dobbiamo trattarlo bene».