L'acqua marrone che scende impetuosa e porta via tutto ciò incontra sulla sua strada. Una scena che in Calabria si ripete senza soluzione di continuità, ogni volta che le piogge torrenziale si abbattono sui nostri territori e i torrenti si gonfiano a dismisura. Le catastrofi che si ripetono con sistematica tragicità sembra non abbiano insegnato nulla: prevenzione e progettualità sono termini del tutto sconosciuti in questa regione.

 

Siamo andati a sondare lo stato di salute di due fiumare nella piana di Gioia Tauro. Lo Sciarapotamo e il Vacale sono due corsi d'acqua che negli anni hanno prodotto devastazione e morte. Insieme al sindaco di Anoia abbiamo percorso un ampio tratto dello Sciarapotamo, all'interno del quale prospera una rigogliosa vegetazione. Cosa è cambiato dallo scorso anno? Sostanzialmente nulla: la fiumara è invasa da arbusti e piena di spazzatura.

 

Già, la spazzatura. Il torrente che attraversa Anoia e Melicucco è disseminato di rifiuti di ogni genere. Micro discariche sono presenti lungo tutto il corso del fiumiciattolo.

 

Pochi chilometri separano Anoia e Melicucco da Polistena, sul cui territorio scorre il Vacale. Dal crollo del ponte che porta lo stesso nome del torrente, nel 2011, morì Vincenzo Valerioti. E basta dare un'occhiata proprio dal ponte ricostruito e riaperto nel 2013, per renderci conto che alberi, canneti, piante crescono indisturbati all'interno dell'alveo della fiumara. Percorriamo un lungo tratto e anche qui, come sullo Sciarapotamo, c'è un'enorme mole di rifiuti scaricati sull'argine del corso d'acqua.

 

Incuria, inciviltà e mancanza di programmazione, quindi, viaggiano di pari passo, come una fiumara impazzita dopo una pioggia torrenziale. Prevenire tragedie è compito di chi amministra, le promesse della politica dopo ogni lutto e non bastano più.