L'associazione ambientalista plaude all'iniziativa di Occhiuto che prevede la demolizione di 400 edifici e la nomina di commissari ad acta: «In Calabria situazione sempre più grave e drammatica»
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«Accogliamo positivamente l'intenzione del presidente Occhiuto di contrastare il gravissimo e persistente fenomeno dell'abusivismo edilizio in Calabria. La speranza è che stavolta, oltre i proclami, si assumano provvedimenti concreti e risolutivi in tema di ciclo illegale del cemento e di dissesto idrogeologico e non soluzioni tampone sull'onda dell'ennesima emergenza. Il fragile territorio calabrese, anche in connessione con la crisi climatica in atto, non può più sopportare il peso della cementificazione selvaggia del territorio, del consumo insensato di suolo e delle molteplici illegalità diffuse». Lo afferma Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria riferendosi alla nota di Occhiuto relativa ai 400 edifici da demolire in Calabria e alla nomina di commissari ad acta.
In particolare l'associazione ambientalista precisa «che da decenni, nei propri dossier, i rischi legati all'abusivismo edilizio ed alle mancate demolizioni così come le anomalie e le problematiche seguite in molti casi alle logiche dei condoni. Si tratta di una situazione che sta diventando sempre più grave e drammatica per effetto degli eventi estremi che in Calabria stanno aumentando la propria frequenza con precipitazioni eccezionali che provocano alluvioni e frane con pesanti ricadute sull'incolumità di cose e persone. La Calabria deve fare ancora tantissimo per la concreta riduzione del rischio idrogeologico sul territorio considerando che sul territorio regionale esistono intere zone edificate su aree considerate franose, come l'esempio simbolico di Gimigliano, in provincia di Catanzaro, in gran parte edificato in zona classificata R4».
«Una situazione insostenibile - prosegue la nota - che Legambiente Calabria chiede sia affrontata con estrema decisione procedendo alla demolizione degli immobili abusivi posti in aree a rischio idrogeologico, sismico o lungo le coste. Nelle more della demolizione, ad esempio, auspichiamo l'applicazione concreta del c.4 dell'art. 31 del d.p.r. n. 380/2001 in base al quale: 'L'accertamento dell'inottemperanza alla ingiunzione a demolire, nel termine di cui al comma 3, previa notifica all'interessato, costituisce titolo per l'immissione nel possesso e per la trascrizione nei registri immobiliari, che deve essere eseguita gratuitamente'. Si tratterebbe di un segnale concreto che toglierebbe agli abusivi la possibilita' di continuare ad usufruire dei beni immobili oggetto delle ordinanze di demolizione».