VIDEO | In contrada Gebbia si forma un ruscello di liquami maleodoranti che finisce nel fosso Russo che poi sfocia nel fiume Mesima. La conferma che vigilare nell'entroterra è cruciale per salvaguardare anche il mare
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In contrada Gebbia, alle porte della frazione Arzona, i ritardi di Filandari nella depurazione si vedono ma, soprattutto, si sentono. A pochi metri dalla grata di un tombino comunale, c’è un ruscelletto maleodorante che diventa un corso d’acqua consistente che, tagliando in mezzo ad uliveti rigogliosi, si butta poco più a valle nel fosso Russo. Sembra senza ombra di dubbio fogna, anche perché la consistenza che si vede all’interno della caditoia stradale non è affatto coerente con la siccità di questo periodo: il rigoglioso fluire dell’acqua sporca e puzzolente, non può essere il risultato delle recenti e brevi precipitazioni.
«Escludo che a Filandari ci siano scarichi a cielo aperto», mette le mani avanti la sindaca Concettina Rita Fuduli che, però, intercettata nel municipio, si definisce «incompetente» e rifiuta l’intervista trincerandosi dietro la formula: «non posso, devo partecipare ad una riunione on line». In realtà il primo cittadino si lascia sfuggire altre cose, tutte contraddittorie e che vanno dunque verificate, sul grande tema che ci ha lasciato in eredità l’estate appena conclusa. Sia il presidente Roberto Occhiuto che l’esperto Silvio Greco, commentando il bilancio dei controlli sulla depurazione e l’inquinamento marino, hanno garantito di voler accendere i riflettori anche sull’entroterra, ovvero nei luoghi dove l’inefficienza del sistema depurativo genera l’inquinamento.
E quello del piccolo centro alle porte di Vibo Valentia sembra un caso di scuola, perché in questa zona nascono fossi e torrenti che poi diventano affluenti del fiume storicamente imputato per il degrado del Tirreno: il Mesima. E sono diversi i Comuni che sembrano nelle stesse condizioni di Filandari, tanto è vero che il sindaco ricorda che «c’è un progetto, sotto esame da parte di un tavolo tecnico alla Regione, per costruire due depuratori». Quindi la Cittadella vorrebbe intervenire, ma non si conoscono i tempi dell’esecuzione di impianti in mancanza dei quali sembra inevitabile il collettamento comunale nei corsi d’acqua. Anche perché il sindaco, che dice che della cosa si occupa «il tecnico del Comune che oggi non c’è», prima sostiene che «Filandari non ha depuratore», salvo poi ricordarsi – appena le accenniamo la situazione di contrada Gebbia - che «no, il depuratore c’è ma è piccolo».
In effetti, però, è vero che il paese è sprovvisto di impianti di trattamento, anzi proprio in contrada Gebbia, sommersi dai rovi ci sono i ruderi di alcune vasche verosimilmente utilizzate in passato per le fogne. Solo che il sindaco senza il capo dell’ufficio tecnico non è in grado di «fornire informazioni certe», dimostrando comunque che anche nei paesi che hanno meno di 2000 abitanti – questo è il caso di Filandari – si va ad amministrare senza sapere se e come le fogne di depurano.