Parodontite e infertilità. Ecco l’intervista al dottor Francesco Martelli, fondatore e chairman delle cliniche EDN, rete di cliniche odontoiatriche specializzata in tecnologie e trattamenti innovativi (Excellence Dental Network è presente anche all'estero sotto il marchio Imi).

Dottor Martelli, innanzitutto, cos’è la parodontite e come si fa diagnosi?

La parodontite, anche nota come piorrea, è una malattia multifattoriale caratterizzata da un’infezione batterica che colpisce il parodonto, cioè l’insieme di strutture preposte a sostegno degli elementi dentali. La risposta infiammatoria causata da questa infezione provoca la distruzione di queste strutture  di sostegno e, se non viene trattata in maniera adeguata e tempestiva, porta inevitabilmente nel tempo alla perdita dei denti. La diagnosi è clinica, radiologica ma oggi soprattutto di laboratorio, fatta attraverso delle analisi che studiano il microbioma orale. I segni clinici sono il sanguinamento gengivale, l’abbassamento delle gengive con scopertura delle radici, l’alitosi, la mobilità dentale, la sensibilità diffusa al caldo e al freddo, lo spostamento degli elementi dentali. Il più delle volte questi campanelli d’allarme, soprattutto il primo che è anche il più importante perché ci consente di intercettare il problema prima che faccia danni irreversibili, vengono trascurati o non sono riconosciuti fino a quando è troppo tardi per poter salvare i denti.

 

Esiste un legame tra parodontite e infertilità femminile?

 

Certo, è stato dimostrato da vari studi scientifici, tra cui uno studio condotto qualche anno fa dalla Western University of Australia su un campione di 3mila donne in cui si dimostra che quelle affette da parodontite hanno impiegato sette mesi per rimanere incinte contro i cinque delle donne "sane". Abbiamo visto donne trattate per anni senza esito con procedure di PMA (procreazione medicalmente assistita), avere una gravidanza spontanea dopo un corretto trattamento parodontale.   Anche il Ministero della Salute ha emesso in merito al problema, nel 2014, un importante documento con delle raccomandazioni per la promozione della salute orale in età perinatale.

 

Con quali meccanismi i batteri parodontali possono interferire con l’andamento della gravidanza?

Gli effetti della parodontite nell’inizio e negli sviluppi di una gravidanza, possono essere diversi e dovuti alla capacità dei batteri parodontali e delle loro tossine di entrare in circolo, passare il filtro placentare e concentrarsi nel liquido amniotico ritardando lo sviluppo del feto fino a portare a un parto pretermine e alla nascita di bambini sottopeso. La parodontite non trattata è stata inoltre associata a poli-abortività precoce (nel primo trimestre di gravidanza).

 

 

Ci sono collegamenti tra la parodontite e patologie sistemiche?

I legami tra la parodontite e le malattie sistemiche sono molteplici e in gran parte ancora da approfondire. Per citarne solo alcuni tra quelli più noti ricordiamo quelli con il diabete e le sindromi metaboliche (dove la relazione è bilaterale), le malattie cardiovascolari, le patologie neurodegenerative (gli anziani con parodontite non trattata e segni di demenza senile hanno un declino cognitivo sette volte più rapido rispetto a quelli che ricevono un livello adeguato di trattamento parodontale). Abbiamo importanti correlazioni anche tra la le patologie polmonari, renali, oculari, otorinolaringoiatriche, osteoporosi, ma la cosa più inquietante è rappresentata dal collegamento con ben 22 forme oncologiche di cui ricordiamo il carcinoma del pancreas (per cui il rischio di insorgenza è doppio nei malati di parodontite) e il carcinoma del colon-retto (che si associa quasi sempre alla presenza nel tratto di intestino interessato del Fusobacterium Nucleatum che è uno dei principali microrganismi causanti la parodontite).  

 

Cos’è il microbiota e perché è così importante?

Il Microbiota è l’insieme di tutte le comunità microbiche, cioè batteri, virus, miceti ed anche protozoi cioè parassiti, che vivono intorno a noi ma anche su e dentro noi. Il nostro organismo fornisce ospitalità e nutrimento per queste comunità microbiche ed in cambio loro ci offrono la possibilità di digerire quello che mangiamo, di modulare il nostro sistema immunitario, di proteggerci da aggressioni di patogeni, di costruire vitamine ed ormoni necessari per la nostra vita. Sono presenti sulla pelle, nei polmoni, nell’apparato genito-urinario, nella bocca, ma soprattutto nell’apparato digerente dove questo vero e proprio organo raggiunge la concentrazione più elevata.

Le nuove conoscenze su queste comunità batteriche, acquisite grazie a nuove tecnologie e tecniche di biologia molecolare, hanno anche portato alla luce  numerose e impensabili correlazioni tra il microbioma e la fisiopatologia umana che potranno in un futuro non molto lontano riscrivere gran parte della scienza medica. Nel complesso, sta diventando chiaro che non possiamo comprendere appieno la biologia umana senza considerare questi microrganismi.