Il Consorzio Birra Italiana ha rinnovato il proprio Consiglio di Amministrazione nel quale entra, come consigliere, Antonio De Caprio, titolare del birrificio “Birra Cala” aperto a Scalea in provincia di Cosenza nel luglio 2022 e giunto, nell’arco di poco tempo, a risultati di tutto rilievo.

Il Consorzio di Promozione e Tutela della Birra Artigianale Italiana da Filiera Agricola (Consorzio Birra Italiana) viene costituito con il supporto di Coldiretti nel marzo del 2019 e rappresenta la prima alleanza produttiva su scala nazionale tra produttori agricoli, malterie e birrifici indipendenti.

Oltre a De Caprio, sono stati eletti: Marco Farchioni patron di “Mastri Birrai Umbri”, Giuseppe Biundo titolare del birrificio “Bruno Ribadi”, Antonio Zanda, amministratore del birrificio “4Mori”, Maurizio Zecca di “Birra Salento”, Mauro Loddo amministratore del birrificio “Marduk”, Federico Comel, fondatore dell’azienda “Luppolo verde di Polcenigo”. Teo Musso, fondatore del birrificio “Baladin” è stato confermato presidente del Consorzio.

L’intervista

Dottor De Caprio, con questa nuova responsabilità, quali sono i principali obiettivi che vi ponete e quale è la situazione del settore?

«Il nuovo Cda nasce con l’obiettivo di mettere ordine in un settore nel quale c’è molto da fare, visti anche i dati. La birra artigianale, al di fuori del nostro Paese, è riuscita a ritagliarsi uno spazio di tutto rispetto e in certi casi, come negli Stati Uniti dove la cultura brassicola artigianale è senza dubbio più spinta che in Italia, giunge al 30% del mercato con prospettive, in certi casi specifici, di eguagliare se non superare il consumo della birra industriale.

Non abbiamo la pretesa di mirare ad analoghi obiettivi nei tre anni di mandato che ci attendono, bensì quello di rilanciare, passo dopo passo il settore delle birre artigianali, in modo particolare quelle realizzate con materie prime italiane».

Quali azioni sono più urgenti?

«Una priorità è quella di dare maggior “imprinting” imprenditoriale al settore. Le norme attuali consentono ai birrifici artigianali indipendenti di produrre fino a 20 milioni di litri, ma la situazione che deve farci riflettere vede il birrificio indipendente più produttivo attestarsi sui 5,5 milioni di litri e l’ottanta per cento dei cosiddetti micro birrifici, produrre meno di un milione di litri. Dobbiamo mettere in atto politiche di governance del Consorzio che supportino l’aumento medio della produzione e di conseguenza della vendita».

Si occupa di una delega specifica all’interno del CDA?

«Ognuno di noi, in base a competenze ed esperienze, ha un incarico. Nel mio caso sarà mia cura organizzare all’interno del Consorzio un gruppo di acquisto che consenta a tutti i soci, in particolare ai più piccoli, di fare squadra e avere nuove opportunità commerciali. Oggi i soci sono un centinaio e sessantanove sono birrifici artigianali».

Quali ritiene siano il punto di forza e quello di debolezza del settore delle birre artigianali?

«Punti di forza sono la varietà e l’innovazione, valori insiti nei birrifici artigianali. Tra i punti deboli vedo poca cultura imprenditoriale, a volte del tutto assente. Per alcuni versi è giusto rispettare anche chi non ambisce a fare impresa, ma è pure vero che ci sono numerosi soci, come me e come altri che vogliono sviluppare la crescita imprenditoriale cercando di porsi sul mercato come eccellenza del Made in Italy e di conseguenza aumentarne le quote.

Dobbiamo sviluppare azioni di diffusione della cultura brassicola artigianale e iniziative di comunicazione efficaci su tutto il territorio nazionale. Il consumatore deve comprendere che bere artigianale significa consumare prodotti di qualità. Quindi una comunicazione migliore, anche in collaborazione con altre organizzazioni del mondo birrario artigianale».

C’è una istanza, una richiesta che vi proponete di portare all’attenzione del Governo?

«Il ruolo di rapporto politico e istituzionale viene svolto dal confermato presidente Teo Musso e ci sono diverse tematiche in fase di dialogo. Sono stati raggiunti importanti risultati. Sul fronte dell’abbattimento delle accise, si è finalmente giunti alla emanazione di una norma stabile che abbatte le accise dei birrifici artigianali in base al numero di ettolitri prodotti. Quella incertezza del rinnovo di anno in anno, è finita».

Quando è scattato il primo amore per la birra?

«Quando mi sono reso conto che non tolleravo abbastanza il vino. Poi la birra artigianale mi ha conquistato perché porta con sé emozioni, valori e cultura del territorio in cui viene prodotta».

Qual è il sorso di birra più bello della giornata?

«Quello di relax e allegria dopo un’intensa giornata di lavoro».