Luca Andrioli: il garante della messa in onda di LaC Tv

VIDEO | «La parte che amo di più del mio lavoro -racconta - è quella creativa: poter contribuire alla definizione del palinsesto, organizzare le 24 ore di emissione, veder nascere la scaletta dei programmi: e ancora, il controllo audiovisivo, nonchè del segnale. Non fosse così, non farei certo 240 chilometri al giorno per recarmi negli studi televisivi...»

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di Redazione
10 settembre 2019
12:39
Luca Andrioli
Luca Andrioli

«Luca è un bravissimo ragazzo, un grande professionista, una certezza. Preciso, puntuale e sempre allegro. Quando si ride e si scherza, è il primo a coinvolgere colleghi vecchi e nuovi. Quando si lavora, è un orologio svizzero. Insomma: è una risorsa». Non hanno esitazioni, i compagni di squadra di Luca Andrioli, nel descrivere i pregi del loro collega, operatore di messa in onda in forze a LaC Tv, e sempre pronto a dare una mano, qualunque sia il tipo di mansione. Segno, questo, di prontezza di riflessi e capacità di adattamento.

Una grande versatilità

Lui stesso, del resto, nel raccontarsi, sottolinea la grande versatilità necessaria ad operare correttamente in una realtà complessa ed articolata quale quella del polo televisivo afferente all’hub multimediale controllato dal Gruppo Pubbliemme, il network LaC, ad iniziare dal polo televisivo di LaC Tv e de Il Vibonese Tv che lo vedono “arruolato”.  


Il racconto

«Sono diventato operatore audiovisivo a 19 anni - racconta -, dopo essermi iscritto ad un corso organizzato dalla Regione Calabria, ed essere arrivato primo tra i partecipanti. Del resto, avevo sempre amato il mondo della tecnologia, sin da bambino. Così, appena mio fratello mi aveva messo al corrente della possibilità di fare un corso per operatori, avevo aderito subito, con entusiasmo, abbandonando persino la facoltà di scienze politiche, nonostante avessi già sostenuto degli esami… Il richiamo del lavoro e dello stipendio era molto forte. Appena diplomato, ero stato assunto a tempo indeterminato da un’emittente calabrese dove ero rimasto per vent’anni. Facevo l’operatore e l’addetto alla messa in onda, senza che la passione per il lavoro venisse mai meno. E quella stessa passione mi caratterizza anche qui, anche oggi che sono approdato a LaC, ed è rimasta sempre ad alti livelli».

L'amore per quello che fai

«L’amore per quello che fai ti permette di non mollare, di non abbandonarti al pessimismo. E grazie a questa mia caratteristica, non ho mai abbassato la guardia. Certo, devo dire che sono stato anche fortunato: alla fine del percorso ventennale nell’emittente dove lavoravo, la sorte ha voluto che riuscissi ad incrociare ben presto una nuova sfida, un nuovo incarico, e soprattutto la piena fiducia dell’editore Domenico Maduli, che ringrazio per avermi dato una chance preziosissima. Un insieme di cose che mi ha ridato slancio, sicurezza, e voglia di fare».

Una crescita umana e professionale

«Quello che so è che prima di arrivare in LaC, dove mi è stata data una bella opportunità di crescita professionale ed umana, non avevo mai potuto operare con attrezzature di tale livello tecnologico - racconta il tecnico -. Inoltre, lavorando qui, ho avuto modo di esprimermi in ogni modo, lavorando sulla messa in onda e sulla regia, sul mixer audio e sulle riprese, sull’acquisizione contenuti e sul segnale. Insomma, qui bisogna saper fare tutto, è necessario poter sostituire un collega, uscire per delle riprese, dare un supporto alla registrazione dei programmi… Ecco. Amo il mio lavoro anche e soprattutto per questo: perchè non ti annoi mai».

La creatività... del tecnico

«La parte che amo di più del mio lavoro, è senza dubbio quella creativa: poter contribuire alla definizione del palinsesto, organizzare le 24 ore di emissione, veder nascere la scaletta dei programmi: e ancora, il controllo audiovisivo, ma anche del segnale. Non fosse così, non farei certo 240 chilometri al giorno per recarmi negli studi televisivi: io abito a Montalto Offugo, e la strada che mi separa dal luogo di lavoro è davvero tanta. Eppure per me è come venire a casa, in famiglia. Siamo una squadra a tutti gli effetti. Capaci di ridere, scherzare, volerci bene, ma lavorare sodo, e sempre concentrati. E proprio come in una famiglia, a volte, si discute, ci si scontra, ovviamente per motivi professionali. L’importante, tuttavia, è chiarire subito, immediatamente. Cosa che succede anche qui. Un caffè, due chiacchiere, e si fa pace…»

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