Terra e cultura

Il sogno contadino di Roberto Galati: «Grazie all’agricoltura possiamo ridare vita ad angoli dimenticati della Calabria»

A trentatré anni ha realizzato il suo desiderio creando una piccola azienda agricola di 5 ettari a San Vito sullo Ionio nel Catanzarese: «Grandi soddisfazioni ma il sostegno delle istituzioni alle piccole realtà è scarso. Per un risarcimento dei danni causati dai cinghiali ho dovuto aspettare 5 anni»

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di Franco Laratta
22 agosto 2024
12:15

Roberto Galati ha 33 anni, diplomato al liceo Scientifico di Soverato, dal 2017 ha realizzato il suo sogno: fare il contadino. O come oggi si preferisce: l’imprenditore agricolo. E per questo ha conseguito nel 2016 lo specifico titolo professionale presso il Gal Serre Calabresi. 

Con tanto lavoro e sacrifici, Roberto ha messo in piedi i Casali di Postaglianadi.
«Si tratta di una piccola azienda agricola di 5 ettari circa a San Vito sullo Ionio, nel cuore delle Serre catanzaresi, a pochi km di distanza da Soverato e da Serra San Bruno. Ci troviamo inoltre al centro del sempre più conosciuto e battuto cammino Kalabria Coast to Coast Soverato-Pizzo».


Roberto contadino. Ma soprattutto contadino felice e soddisfatto. In lui ha vinto una forte la passione per l’arte della terra
«Per me l'agricoltura è una passione, assieme a quella per le ferrovie, che coltivo (è proprio il caso di dirlo) fin da piccolo: una passione trasmessa in particolare dal mio nonno materno, che per tanti anni ha coltivato ricchissimi orti ed un vigneto a Bruzzano Zeffirio, in provincia di Reggio Calabria».

Agricoltura significa anche cultura. E la cultura nelle visione di Roberto convive con l’agricoltura. Infatti organizza spesso in azienda incontri e dibattiti, come l’ultimo sul mistero dei Bronzi di Riace.
«Sì, abbiamo pensato di rendere I Casali di Postaglianadi, ed in particolare la bellissima aia e il relativo casale storico restaurato, un luogo di incontro e di cultura. Soprattutto d’estate sono diverse le iniziative che organizziamo, e l'ultima era dedicata al mistero e al fascino dei Bronzi di Riace, ha visto anche la partecipazione di Paolo di Giannantonio, volto noto di Rai1 e nostro grande amico».

Roberto ha scritto: "La nostra più grande soddisfazione è vedere questo luogo riprendere vita". Non deve essere stato facile dopo decenni di abbandono. Immaginiamo i tanti momenti difficili
«I momenti più difficili ci sono stati e ci sono tutt'oggi: il mondo dell'agricoltura dà grandi soddisfazioni e può rappresentare un'occasione di sviluppo e di lavoro, ma ancora oggi, purtroppo, nonostante gli innegabili passi in avanti, il sostegno delle istituzioni a queste piccole realtà agricole purtroppo non eccelle».

Basti pensare alla piaga dei cinghiali
«Esattamente. Ho dovuto attendere cinque anni (!!) per ottenere un risarcimento danni causati dai cinghiali nel 2019, ridotto peraltro ad 1/3 del valore stimato dal mio tecnico agronomo. A dir poco incredibile».

Roberto ha anche ospitato un evento sull’intelligenza artificiale, con presenze importanti del mondo della scuola e del giornalismo. Un giovane contadino che non teme la rivoluzione dell’IA. Sa che potremmo sfruttarla anche sui campi, per i mezzi agricoli, per il benessere degli animali.
«Assolutamente sì, può dare una grande mano d'aiuto a quella transizione ecologica, anche nell'agricoltura intensiva: io da anni immagino una piccola macchina, totalmente robotizzata, che possa occuparsi del diserbo selettivo nelle colture orticole, chiudendo una volta per tutte la stagione dei dannosissimi diserbanti, il cui uso continua ad essere prorogato anno per anno».

Hai fatto parlare anche del "pomodorino siccagno".
«Bellissima tematica! Lo coltivo da anni, ogni estate, ma quest'anno, complice anche la siccità, ha riscosso un successo incredibile. Si tratta di un pomodoro ciliegino, una varietà antica e non ibrida, le cui piantine acquisto ogni anno a Brancaleone. Con quantità d'acqua minime, si produce una quantità notevole di pomodoro, saporitissimo (tanti clienti mi dicono che...sa davvero di pomodoro!), e molto resistente peraltro all'attacco di parassiti e peronospora. Quest'anno, dalle stesse piante, ho avuto ben tre raccolti, l'ultimo ancora in corso».

La piccola azienda dei Casali di Postaglianadi e la scelta biologica. Costa molto, e forse per questo in tanti prendono scorciatoie. 
«È una scelta etica, non ho altro modo di definirla: se teniamo alla nostra salute e non di meno alla biodiversità, non c'è altra scelta. Come dicevo prima, ad oggi sicuramente una piccola azienda può intraprendere questo percorso, ma difficilmente può essere fatto in ambito intensivo. Forse, molto presto, l'IA potrà aiutare la transizione anche nelle grandi coltivazioni».

Il rapido e violento mutamento del clima, la siccità, la mancanza di manodopera… chissà che fine farà l’agricoltura calabrese?
«Questi sono altri tasti dolenti: ma se al clima, in un modo o nell'altro, dovremo adattarci con nuove tecniche colturali e risparmio delle risorse idriche, la mancanza di manodopera, realmente non so quale soluzione ad oggi possa avere. È un problema che vivono tutte le aziende agricole, forse non solo in Calabria».

Intanto Roberto guarda avanti: 'Connessione Sud', l’iniziativa di valorizzazione dei prodotti agroalimentari calabresi e del Sud Italia, lanciata da Giovanni Sgro è un circolo virtuoso, fatto di cooperazione tra aziende agricole. Un’ottima idea.
«Con Giovanni Sgro collaboriamo fin dalla nascita dei Casali di Postaglianadi nel 2017: ha fin da subito creduto nei miei prodotti, quando ero ancora praticamente sconosciuto (ricordo il primo lancio del Tabasco di San Vito proprio nei supermercati di Giovanni) ma soprattutto nella mia passione per la nostra terra».

Giovanni Sgro, grande esperto di cibo e natura, è una persona straordinaria e un riferimento per tanti nel mondo dell’ agroalimentare.
«A lui devo tanto, e sono onorato di condividere questo nuovo percorso di valorizzazione dei prodotti agroalimentari del Sud Italia: abbiamo un patrimonio, che paradossalmente spesso esportiamo vista l'altissima qualità, ma non siamo in grado di valorizzare e consumare noi stessi. Connessione Sud è questo: acquistiamo i prodotti del nostro territorio, e ne beneficerà la nostra salute, l'ambiente e la nostra economia».

Roberto è un ragazzo straordinario. Da anni si occupa del rilancio e del recupero delle ferrovie calabresi. Con la sua Associazione ha portato avanti tante battaglie e tuttora organizza tante iniziative con i treni storici di Ferrovie delle Stato. Con altrettanto amore ha fatto della sua piccola azienda agricola un’importante impresa, partendo da zero. E per il futuro vorrebbe puntare anche all'ospitalità, restaurando gli altri casali. Un modello per tanti giovani calabresi.

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