Hanno vinto tutti, hanno vinto loro. E per loro ci riferiamo a chi, dagli spalti, per una stagione intera ha sostenuto la Gioiese. Questo è il momento di gustarsi il trionfo, di omaggiare i vincitori e, in certi casi, anche di salire sul carro, dimenticandosi, magari, di considerazioni passate e di scarse attenzioni. Ma tutto fa parte del gioco. In quella magica giornata di Vibo, però, Gioia Tauro ha dato una dimostrazione di forza e presenza, di attaccamento ai colori sociali e di calore e colore. Nelle partite che contano, il popolo viola c’è sempre stato e anche nello spareggio per l’Eccellenza lo ha dimostrato.

Al Luigi Razza di Vibo una grande presenza di pubblico. Tante famiglie, tanti amici, tutti a ritrovarsi sugli spalti per tifare Gioiese, come si faceva da bambini magari e, in alcuni casi, come non si faceva da parecchio tempo. Il “richiamo del colore viola” è sempre forte, c’è ben poco da fare. Grazie al calcio e alla Gioiese ci si è ritrovati dopo tanto tempo, oppure si è condivisa una bella giornata di sport e, magari, anche di ricordi. Il rosso e il blu dei sediolini dello stadio vibonese hanno lasciato spazio al colore viola. Viola di passione, di affetto, di amore per una delle squadre storiche del calcio calabrese.

 Una nota particolare, però, va a quei ragazzi che questa squadra l’hanno incitata e seguita sempre, in casa e in trasferta, su ogni campo, sotto un sole cocente o sotto un diluvio. Sempre lì. Con la bandiera, il megafono, la sciarpa, con la voce che va via “per te Gioiese mia”. Sempre a testa alta, sempre con l’obiettivo di far sentire alla squadra la propria presenza, contro ogni avversario, su qualsiasi campo, anche perché “il gioitano paura non ne ha”. Mino che guida il gruppo e perde la voce, Salvatore che prende l’aereo e torna a casa ogni settimana e via dicendo. Tutti lì. Tutti a dare una mano di aiuto, ognuno per come ha potuto, lasciando da parte, per qualche ora, la famiglia, gli affetti, il lavoro, il tempo libero. Sacrificio e passione vanno di pari passo.

Dieci, cento o mille non importa. Ciò che conta è stata la presenza. E allora questa promozione è anche loro, di quelli che ci sono sempre stati. Perché quando la squadra entrava in campo e vedeva quel settore di stadio macchiato di viola, trovava puntualmente una forza ulteriore per far suo l’incontro. A Vibo l’apoteosi, ma per trenta giornate c’è stata sempre una presenza, costante, rumorosa, calorosa: quella degli Ultras Viola 2001. Perché “noi siam di Gioia Tauro e affrontiamo tutti quanti”.  Applausi.