«La Flai CGIL ...a calcetto! Non è caporalato né sfruttamento questa volta, ma solo puro calcio spettacolo offerto dai ragazzi migranti presenti nella piana di Gioia Tauro. Abbiamo voluto mettere su una squadra che ci rappresentasse in maniera differente e portare così a conoscenza di molti ciò che significa essere migranti: non solo lavoro nei campi e sacrificio ma conoscere il calcio, essere rispettosi dell’avversario, dettare legge di gioco, con tocchi di palla che nulla hanno da invidiare ai più celeberrimi brasiliani». Queste le parole del segretario generale Flai CGIL di Gioia Tauro Rocco Borgese, che si dice «onoratissimo di aver potuto finalmente dimostrare che l’integrazione e l’accoglienza sono possibili, catapultando questi ragazzi in un contesto sociale differente da quello in cui tendono a vivere».

 

Prima partita giocata dalla neo-squadra in un torneo di calcetto a Galatro è stata vinta, con l’ottimo risultato di 8-1 e con l’auspicio che «nella Piana altre partite vengano vinte, ossia quelle dei diritti e delle tutele, dell’applicazione dei giusti contratti e salari e del rispetto verso i lavoratori braccianti». «Partendo da ciò – prosegue Borgese - molte cose possono cambiare, si può veramente avere un cambio di passo in tema di convivenza e civiltà».

 

Il segretario generale fa poi riferimento ai recenti provvedimenti governativi in tema di regolarizzazione, sostenendo che «nonostante le avversità di una normativa restrittiva e per alcuni versi discriminate, continua ad esserci presso i nostri sportelli Flai un’incessante fila di migranti in cerca di un valido titolo di soggiorno. Però, visto il mancato accoglimento dei nostri appelli per un miglioramento dei decreti legge, decine di uomini e donne purtroppo ne rimarranno fuori! È l’ennesima sconfitta della politica italiana ed un innegabile passo indietro di civiltà».